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Conte senza convinzione© Getty Images

Conte senza convinzione

La crisi del Tottenham, i gol di Palacio e l'allenatore Oddo

24 febbraio 2022

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Antonio Conte al Tottenham sta facendo male, anzi malissimo. La retorica sugli italiani migliori allenatori del mondo, in parte giustificata, a volte si deve arrendere di fronte all’evidenza e lo stesso Conte dopo la imprevista sconfitta con il Burnley, la quarta nelle ultime cinque partite di campionato (l’eccezione è stata la vittoria all’ultimo secondo sul campo del Manchester City), è stato critico nei confronti del club ma anche, questa la notizia, autocritico. Insomma, nemmeno lui ha trovato la chiave per far funzionare una squadra che per valore della rosa sarebbe la quinta forza della Premier League. Dopo 21 partite ed un mercato di riparazione dispendioso (Kulusevski, Bentancur, Sarr, Emerson Royal, Bryan Gil) il Tottenham è rimasto una squadra di centroclassifica, senza nemmeno quella compattezza che insieme a molta fortuna tre anni fa portò Pochettino in finale di Champions League. Il contratto di Conte scade nel 2023, segno che lui per primo ha approcciato questa sua seconda avventura inglese senza il massimo della convinzione.

Una doppietta di Rodrigo Palacio ha dato al Brescia la vittoria sull’Ascoli ed il primo posto in Serie B, complice la sconfitta del Lecce. Che un attaccante di 40 anni, Palacio li ha compiuti il 5 febbraio, sia ancora decisivo è una buona notizia per lui ed una cattiva per il livello del nostro calcio, visto che fra l’altro fino all’anno scorso giocava in serie A con il Bologna. Siccome Cellino e Pippo Inzaghi (a proposito, e l’esonero?) non sono autolesionisti né particolarmente amanti del calcio argentino, la carriera di Palacio, ma potremmo dire anche Quagliarella (Ibrahimovic è un’altra cosa, ormai quasi soltanto marketing) e altri, racconta sui pompatissimi settori giovanili degli ultimi decenni, non soltanto su quelli italiani, più di molti editoriali.

Massimo Oddo riparte dalla Serie C, chiamato ad allenare il Padova da un altro ex milanista (sia pure in epoca ben diversa) come Mirabelli. Una scelta coraggiosa, quella di Oddo, perché la promozione diretta in B è lontana (il Südtirol è 10 punti sopra) ed uscire vincenti dai complicatissimi playoff delle C è in ogni caso un’impresa. Con il suo passato di giocatore e di campione del mondo (ma anche da allenatore, la sua prima esperienza al Pescara fu molto buona) sarebbe stato più comodo monetizzare nel terzo mondo calcistico, quindi onore a uno che si sente un allenatore e non un genio incompreso come tanti ex calciatori che vivono di puro passato.

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