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Vlahovic e il rigore di Baggio© Juventus FC via Getty Images

Vlahovic e il rigore di Baggio

Le semifinali di Coppa Italia, la Champions League a 36 squadre e le aspettative sull'Atalanta...

Stefano Olivari

11.02.2022 ( Aggiornata il 11.02.2022 10:50 )

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La magia del calcio e l’arbitraggio creativo di Bergamo ci hanno regalato una semifinale di Coppa Italia fra Juventus e Fiorentina, che impone di mettere Dusan Vlahovic in copertina. Si giocherà su andata e ritorno e dubitiamo che il serbo in caso di rigore per la Juventus si rifiuti di tirarlo, come oltre tre decenni fa accadde a Roberto Baggio. Del resto tutta l’operazione che ha fatto girare la stagione bianconera è nata da una precisa volontà dell’attaccante, che vuole competere per i massimi traguardi. Il problema è il sistema che non permette più ad una Fiorentina di sognare lo scudetto, non un ragazzo di talento che giustamente fa i propri interessi. Contro il Sassuolo Vlahovic ha giocato un’ottima partita, così come un Dybala ringalluzzito dal suo arrivo e dal contratto in scadenza, trascinando il resto della squadra tranne Arthur. Non che Allegri abbia fatto invenzioni: un 4-2-3-1 parente strettissimo del 4-4-2, e attesa delle invenzioni dei più bravi. L'importante è che i più bravi ci siano. 

Il club bianconero è interessato alla Champions League di oggi (fra 11 giorni l’andata degli ottavi contro il Villarreal) ma soprattutto a quella di domani, i cui termini finanziari sono stati svelati da una lettera mandata da Nasser Al Khelaifi ai membri dell’ECA. Il presidente del PSG, successore all’ECA di Agnelli dopo il disastroso tentativo di blitz per la Superlega, ha anticipato che nel triennio 2024-2027 la Champions incasserà almeno 5 miliardi di euro a stagione, cifra non lontana da quella mitica di JP Morgan per la Superlega. Ancora indefinita la formula, ma già con alcune certezze: 36 squadre invece delle 32 attuali, minimo 10 partite sicure invece delle 6 attuali, abolizione dei gironi per far posto ad una classifica unica, poi eliminazione diretta, come oggi, ma non con 16 qualificate immediate. Agli ottavi andranno infatti le prime 8 della classifica per così dire generale, più le 8 vincenti di 8 spareggi per chi si classificherà dalla posizione 9 a quella 24 (in altre parole sedicesimi di finale ma non per tutti). Da valutare semifinali e finali con la formula Final Four, come desiderato da Ceferin. La Superlega è quindi morta? Dal punto di vista sportivo e finanziario sì. Ma da quello legale il monopolio organizzativo della UEFA ha basi davvero molto fragili.

Tornando alla Coppa Italia, cosa sta succedendo all’Atalanta, al netto dell’arbitraggio di Fabbri e di una semifinale che era senz’altro alla portata? Dalla fine della sua Champions, quindi dalla sconfitta del 9 dicembre contro il Villarreal, la squadra di Gasperini non è stata più la stessa. Poche prestazioni all’altezza della propria fama, qualche sconfitta clamorosa tipo quelle con Roma e Cagliari, un rendimento casalingo scadente, infortuni (Zapata su tutti) e situazioni indefinibili come quella di Ilicic che non sono state tamponate da un buon calciomercato di gennaio, anche se Boga e Mihaila hanno prospettive. Qualche anno fa Percassi avrebbe firmato per una Europa League facile ogni stagione, mentre adesso le aspettative si sono alzate anche se le stelle della squadra guadagnano meno (nessuno arriva ai 2 milioni netti, nemmeno Zapata) del ventesimo giocatore della rosa di Juventus e Inter. Esaltazione e critiche dovrebbero essere sempre coerenti con il potenziale. 

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