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L'esonero di Inzaghi© LAPRESSE

L'esonero di Inzaghi

Gli allenatori di Cellino, Zaniolo da educare, Euro 2032 in Italia e la lezione del Real Madrid

Stefano Olivari

08.02.2022 ( Aggiornata il 08.02.2022 11:13 )

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L’esonero di Pippo Inzaghi da allenatore del Brescia ha meno senso del 90% degli esoneri del mondo del calcio, anche restringendo l’analisi a quelli di Cellino. Perché se con il Cosenza avesse vinto adesso Inzaghi sarebbe primo in classifica in B, in piena corsa per la promozione e con il phisique du role per essere allenatore del Brescia anche in Serie A, ancora abbastanza giovane (49 anni) per sognare una panchina più importante. Nella vicenda non ci sono grandi misteri: Inzaghi tollerava sempre meno le ingerenze di Cellino, sia umane sia tattiche visto che il presidente non ama il 4-3-3. Il mistero è il ritorno di Diego Lopez, già da Cellino esonerato tre volte (contando anche il Cagliari) e non proprio un idolo della piazza. Insomma, l’esonero dell’allenatore non è il male assoluto (e lo sanno bene gli allenatori, che così hanno più contratti a disposizione), anzi spesso dà effetti nell’immediato, ma questo esonero ha meno senso anche di tanti altri esoneri di Cellino.

Zaniolo è sempre più il Balotelli bianco, nel senso che è diventato il bersaglio perfetto per chi desidera impartire lezioni di vita a uno che, almeno a livello di immagine, sintetizza alcune delle caratteristiche che rendono antipatici i calciatori. Per questo le parole dette da Milena Bertolini a Novantesimo minuto sono state strumentalizzate sia dai suoi antipatizzanti a prescindere sia da alcuni tifosi della Roma che considerano Zaniolo vittima di un complotto più generale, per le tante ammonizioni che rimedia (è sesto in Serie A per cartellini presi) e per i tanti falli che gli vengono fischiati, che poi ovviamente sono in proporzione diretta con ammonizioni ed espulsioni. Ma, nonostante il luogo comune, nei piani alti di queste classifiche ci sono quasi sempre centrocampisti o attaccanti di manovra, non difensori. Quanto all’allenatrice dell’Italia donne bastava ascoltarla per capire lo spirito con cui ha parlato, fra l’altro davvero volto alla comprensione del momento agonistico di Zaniolo nel finale di partita contro il Genoa. Penoso come a mente fredda sia stata costretta dalla federazione a ritrattare, anche se non si può essere al tempo stesso allenatore e commentatore (allenatrice e commentatrice).

Euro 2032 in Italia? La FIGC ha presentato alla UEFA la sua manifestazione di interesse per ospitare il massimo torneo continentale per nazionali e l’iniziativa non è prematura visto che a settembre verranno assegnate sia l’edizione 2028, quasi certamente all’Inghilterra in tandem con l’Irlanda, e quella 2032. Ma che fretta c’era di assegnare due edizioni in un colpo solo? Un’operazione che ricorda l’assegnazione dei Mondiali 2018 e 2022 nello stesso giorno, quasi che Ceferin volesse ipotecare il futuro (Platini è ancora vivo) come a suo tempo volle fare Blatter. Restringendo il discorso all’Italia, al di là del prestigio Euro 2032 nel nostro presente vorrebbe dire una cosa sola: rifare gli stadi con soldi pubblici.

Quale club calcistico ha speso di più per il calciomercato nelle ultime dieci stagioni? Il CIES lo ha calcolato, anche se ovviamente è un discorso grezzo: senza tenere conto degli ingaggi è difficile valutare la cilindrata di una squadra. Comunque dall’estate del 2012 ad oggi il club che ha avuto il peggior passivo per quanto riguarda il calciomercato (quindi acquisti meno cessioni) è il Manchester United con 1075 milioni di euro, seguito dal City con 984 e dal Paris Saint-Germain con 941. Quarto il Barcellona con un meno 650, quinto l’Arsenal, poi Juventus (meno 561), Milan (meno 432), Everton, Aston Villa, Chelsea, Inter (meno 385) e West Ham. Tredicesimo il Bayern Monaco, quattordicesino il Liverpool, incredibile venticinquesimo il Real Madrid, che come soldi messi sui cartellini, senza pensare agli ingaggi, ha speso meno del Napoli e poco più della Roma: insomma, i grandi giocatori si comprano ma anche si vendono al momento giusto. Giusto osservare che fra le nove squadre peggio amministrate del decennio soltanto il Barcellona abbia conquistato la Champions League. Soltanto Barcellona e Chelsea, considerando le prime dodici. I grandi manager che vengono esaltati, fra un esonero di allenatore e l’altro, non sono poi così grandi.

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