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Il Mondiale di Zamparini© lapresse

Il Mondiale di Zamparini

Addio ad un grande presidente capace di valorizzare tanti campioni, da Cavani a Dybala, e di portare il Palermo in Europa per cinque stagioni...

Stefano Olivari

01.02.2022 ( Aggiornata il 01.02.2022 15:07 )

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Gli ultimi mesi di Maurizio Zamparini sono stati tremendi, per la malattia che lo ha portato alla fine e soprattutto per il pensiero del figlio Armando, morto a 23 anni. Per questo vogliamo ricordare lo Zamparini più gioioso e vitale, l’imprenditore della grande distribuzione che diventa collezionista di squadre e di allenatori e che riesce nel miracolo, perché fuori da Napoli c’è riuscito soltanto lui a Palermo, di dare una dimensione internazionale ad una squadra del Sud.

Perché oltre ai risultati del suo Palermo bisogna ricordare il contributo alla Nazionale campione del mondo 2006: Barzagli, Zaccardo, Grosso e Barone, senza contare Luca Toni che era stato ceduto l’anno prima alla Fiorentina. Un blocco da grande club, quale il Palermo di Zamparini è stato per almeno un decennio, con ben cinque partecipazioni alla Coppa UEFA-Europa League. Nel calcio Zamparini ha significato Pordenone, Venezia, Mestre (con il Veneziamestre e la sua evoluzione poi portato in Serie A), ovviamente Palermo, ma anche tanti club dilettantistici finanziati quasi per scommessa.

A proposito dei suoi tanti esoneri di allenatori, il cui conteggio è difficile (si va dai 53 ai 66, ma ogni volta in cui li contiamo viene un numero diverso) perché in tanti casi il confine con le dimissioni è difficile da tracciare, ma che di sicuro ha toccato il suo picco nella stagione 2015-16 (8 cambi di panchina e 7 allenatori coinvolti), bisogna dire una cosa: che molto raramente Zamparini è stato criticato da un suo ex allenatore. Perché al di là dell’impulsività i suoi rapporti con i dipendenti sono sempre stati più che corretti, sotto il profilo formale e sotto quello finanziario. In un mondo di millantatori e di furbi nessuno ha mai potuto lamentarsi della regolarità dei bonifici di Zamparini e questo ogni addetto ai lavori del calcio lo sa.

Infinito il numero dei calciatori magari non scoperti da lui personalmente, ma certo lanciati e venduti a peso d’oro, da Cavani a Dybala, da Pastore a Kjaer, da Belotti a Ilicic a tanti altri, senza dimenticare gli azzurri 2006 già citati. Questo non significa che Zamparini nelle sue attività extracalcistiche fosse un santo, anzi, ma di sicuro nel calcio è stato uno dei pochi a creare un’alternativa credibile ai soliti giri e ai soliti club. Il suo superpresenzialismo mediatico forse gli ha nuociuto, per quanto riguarda i rapporti con il Palazzo, ma tante verità le ha dette quando sarebbe stato più comodo fare il suddito. 

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