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I tifosi della Fiorentina sono delusi per l'ennesima operazione che rinforza la grande rivale, ma il club ha con realismo confrontato l'offerta attuale con lo zero del 2023...
Vlahovic dalla Fiorentina alla Juventus è una sconfitta per i tifosi viola, non c’è alcun dubbio. Per aver perso uno dei giovani attaccanti più forti del mondo e per avere ancora una volta rinforzato una rivale storica, come se il resto d’Europa non fosse pieno di club ricchi, dove vedere Vlahovic farebbe meno male. Ma è una sconfitta anche per il contestato Rocco Commisso, fino al punto di rimpiangere i Della Valle? Un Commisso che attraverso Barone e Pradé è arrivato ad offrire al serbo quasi 6 milioni di euro netti l’anno, cifra vicinissima a quella che prenderà alla Juventus.
La risposta è semplice: per Commisso è stata quasi una vittoria, accertata la volontà di Vlahovic e del suo entourage di andare alla Juve, subito o a zero dopo la scadenza del contratto nel 2023. 75 milioni (scriviamo prima dell'ufficializzazione, ma in ogni caso siamo lì) contro niente, diversi giocatori tranquilli invece di uno nel mirino della tifoseria, senza contare la liberazione da Darko Ristic, il procuratore di Vlahovic che dalla Juventus avrà una cifra sui 15 milioni, un mostruoso 20%. Chissà quanti ne avrebbe presi con il trasferimento a zero nel 2023… Poi entrare nelle pieghe dei rapporti personali è sempre difficile, perché qualunque commercialista o avvocato potrebbe fare il procuratore di Vlahovic per un decimo di questa cifra.
Insomma, la Fiorentina è uscita con tanti soldi ed altri vantaggi da una cattiva situazione, perdendo sì un un potenziale campione ma anche uno che aveva comunque deciso di cambiare anche per motivi di status, un po’ come Donnarumma con il PSG (solo che lì il Milan incassò zero). Comunque a quelli che minacciano Vlahovic bisognerebbe fare una domanda: se voi aveste un figlio che gioca bene a calcio, gli consigliereste di giocare nella Fiorentina o nella Juventus? Finché le logiche delle leghe calcistiche non cambieranno in direzione delle pari opportunità di competere (quindi con salary cap, scelte, limiti più severe alle rose, eccetera), ci ritroveremo a fare sempre gli stessi discorsi.
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