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Il punto dopo Atalanta-Venezia 2-0, Napoli-Fiorentina 2-5 e Milan-Genoa 3-1...
La forza mediatica di Inter-Juventus ha travolto i primi ottavi di finale della Coppa Italia, ma questo non toglie che siano state tre partite che hanno detto molto. L’impresa da copertina è ovviamente il 5-2 con cui la Fiorentina è andata a vincere sul campo del Napoli, qualificandosi per il quarto di finale in cui troverà l’Atalanta ed il sogno, realistico visto il tabellone, di trovare la Juventus in semifinale (anzi semifinali, perché l’assurda formula solo per le semifinali prevede andata e ritorno invece della sfida secca). Una partita che il Napoli ha per mezzora giocato in 9, per le espulsioni di Lozano e Fabian Ruiz, dimenticare che anche la Fiorentina aveva giocato in inferiorità numerica più o meno per lo stesso tempo, dopo il cartellino rosso a Dragowski. Partita spettacolare per i tanti episodi e per gli errori, non tutti corretti dal VAR, dell’arbitro Ayroldi, ma meritata dalla Fiorentina contro la squadra di Spalletti mai vista così confusionaria. Per il Napoli in prospettiva campionato le uniche buone notizie arrivano dalle condizioni di Osimhen.
Il Milan ha chiuso la carriera da allenatore di Shevchenko? Il faticoso successo ai supplementari contro il Genoa direbbe di no, visto che l’allenatore ucraino se l’è giocata molto bene con un atteggiamento della squadra aggressivo, che stava dandogli la qualificazione contro un Milan abbastanza spento, riacceso dall’entrata in campo di un devastante Rafael Leao. Quale futuro adesso per Shevchenko, al di là del contratto, con cifre da allenatore top (quale non è, gli americani hanno pagato la sua immagine di ex campione), fino al 2023? Certo Labbadia, e non soltanto lui, ha a livello di club un curriculum più importante, ma per risollevare questo Genoa con tante assenze non servono sconvolgimenti. Se il problema è soltanto la salvezza, tanto varrebbe riciclare Ballardini. Ma cambiare Shevchenko dopo poche settimane di lavoro che senso avrebbe? Quanto al Milan, nei quarti troverà la vincente di Lazio-Udinese, con possibilità di Inter nelle semifinali.
Più lineare la vittoria dell’Atalanta sul Venezia, mercoledì, anche se la squadra di Gasperini per motivi misteriosi in casa gioca sempre peggio che in trasferta ed ha anche seriamente rischiato che quella di Dionisi pareggiasse, con Musso bravo a rimediare al suo stesso errore. Finora comunque una tendenza è apparsa chiara: tutti, anche chi sta lottando per lo scudetto o per la Champions League, stanno prendendo questa Coppa Italia abbastanza sul serio. Nell’era Covid bisogna vincere qui e adesso, perché del domani e a maggior ragione del dopodomani, non v’è certezza.
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