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Il futuro di Zaniolo© LAPRESSE

Il futuro di Zaniolo

La Roma va avanti in Conference League e ritrova un talento che il calcio italiano ancora non sa come considerare...

Redazione

26.11.2021 ( Aggiornata il 26.11.2021 20:28 )

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Magari fra vent'anni rideremo di una cosa chiamata Conference League ma nel presente questa cosa si gioca e la Roma ha dimostrato di tenerci, con il 4-0 allo Zorya che le ha permesso di ritrovare il suo talento più discusso, Zaniolo, che con un gol e tante altre giocate importanti ha illuminato la serata dell'Olimpico che per Mourinho ha significato il passaggio del turno matematico, con ancora la speranza di sorpassare il Bodo Glimt fra due settimane e quindi di evitare lo spareggio con una delle terze dei gironi di Europa League. 

Ma al di là della Roma, a che punto è Zaniolo? Anche in prospettiva azzurra, visto che l'infortunio grande e quelli meno grandi lo stanno tenendo lontano da Mancini da più di un anno, fatta eccezione per la mezz'ora giocata a Basilea...  Il ritorno da titolare in giallorosso, dopo le due panchine con Venezia (giocando solo qualche minuto nel finale al posto di El Shaarawy) e Genoa, lo ha affrontato con la testa giusta e bisogna dire che raramente dopo l'infortunio lo si era visto così vicino alla sua versione di prima, anche facendo la tara allo Zorya. E il gol, arrivato dopo tre mesi di digiuno, per un attaccante non è un dettaglio statistico.

Mourinho ha creduto in lui fino alla sconfitta con il Milan, quindi fino alla svolta della difesa a tre con evidenti ricadute anche su altri reparti. Perché se la strada è il 3-5-2 la concorrenza per Zaniolo, come seconda punta a fianco di Abraham, aumenta, mentre se il futuro è, come è sembrato a tratti con lo Zorya, il 3-4-3 allora per lui gli scenari si fanno più positivi. Certo è che a 22 anni e mezzo è ancora un calciatore alla ricerca della sua identità: non sarà il bomber, anzi non lo è senz'altro, che porterà l'Italia in Qatar, e non è un attaccante esterno classico, ma non può nemmeno essere diventato un problema per una squadra dove, a detta del suo stesso allenatore, la qualità non abbonda. 

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