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La firma di Falcão con la Roma© Bartoletti

La firma di Falcão con la Roma

Il 28 luglio di 40 anni fa il presidente dell'Internacional di Porto Alegre annunciava l'inizio dell'avventura italiana del campione, nonostante le smentite di Viola e cifre mai chiarite. Senza dubbio la più grande operazione in quella prima ondata di stranieri...

Stefano Olivari

27.07.2020 ( Aggiornata il 27.07.2020 15:34 )

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Paulo Roberto Falcão e la Roma, una grande storia al di là del finale. L’inizio fu il 28 luglio di 40 anni fa, quando in Brasile si diffuse la notizia che il centrocampista dell’Internacional di Porto Alegre era stato ceduto alla Roma. Notizia vera, visto che la fonte era lo stesso presidente dell’Internacional, José Asmuz (ex pilota di una certa notorietà in Sudamerica, idolo del giovane Emerson Fittipaldi), che dopo un incontro con il presidente giallorosso Dino Viola aveva accettato i tre miliardi di lire offerti, con Falcão che aveva già detto sì ad 800 milioni di premio alla firma, da aggiungersi all’ingaggio. Un’accelerazione improvvisa, nel timore forse che la Roma potesse tornare alla carica con il Flamengo per Zico, in realtà non ancora sul mercato e comunque tutt’altro tipo di giocatore: discorso non scontato nell’Italia del 1980, dove diversi giornali presentarono Falcão come una mezzapunta.

Per quanto riguarda le cifre, bisogna riportare anche la versione di Viola: 1.700.000 dollari, cioè 1.411.000.000 di lire al cambio dell’epoca. Al di là di questi dettagli, Falcão era un giocatore della Roma ed infatti il 10 agosto si presentò a Fiumicino sbarcando da un DC10 dell’Alitalia che aveva fra i passeggeri anche Eneas de Camargo e Luis Silvio Dannuello, insomma Eneas e Luis Silvio, che avrebbero lasciato poche tracce nel Bologna e nella Pistoiese. Una folla giallorossa, quella domenica mattina all’aeroporto, accolse quindi un Falcão accompagnato dal suo avvocato Cristoforo Colombo, mentre la leggendaria mamma Azise lo avrebbe raggiunto qualche giorno dopo, così come il ‘fratello di latte’ Pato. Falcão si presentò, ed in parte lo era davvero, come un calciatore intellettuale, anche se non nel senso di Socrates: studente di giurisprudenza, decisamente fuori corso visti i 27 anni, affermò di volersi laureare in Italia e di voler dare un senso culturale alla sua permanenza a Roma.

Cultura o no, l’amore scoppiò subito, alla prima apparizione all’Olimpico, il pomeriggio del 30 agosto nell’amichevole contro l’Internacional prevista dal contratto. 41.300 paganti, inimmaginabili oggi in un pomeriggio di agosto e non certo per colpa del Covid-19. Un Falcão ancora un po’ giù fisicamente si limitò a 80 minuti di tocchetti, sia pure a testa alta, prima di essere sostituitio da De Nadai, in un centrocampo dove quel giorno c’erano anche Ancelotti, Di Bartolomei e Amenta. Liedholm fu comunque soddisfatto: il primo straniero della storia moderna della Roma era il tipo di giocatore che aveva chiesto, cosa non scontata nell’affascinante calciomercato dell’epoca.

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