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Nascita del Torino di Cimminelli

Nascita del Torino di Cimminelli

Vent'anni fa l'industriale torinese, fornitore della Fiat, acquistò il club granata da Vidulich ma fin da subito entrò nel mirino dei tifosi granata....

Stefano Olivari

19.04.2020 ( Aggiornata il 19.04.2020 18:11 )

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Non tutte le date importanti nella storia del Torino sono ricordate con piacere dai tifosi del Torino, ed il 19 aprile 2000 è di sicuro una di queste. Vent’anni fa, infatti, diventa proprietario del club granata Francesco 'Franco' Cimminelli, che dà a Massimo Vidulich e alla misteriosa Bullfin circa 35 miliardi di lire, si accolla i debiti (55 miliardi) e parla di progetti a lunga scadenza quando già sarebbero sufficienti quelli a breve. Per il futuro si parla di Walter Novellino come allenatore e Carlo Regalia come dirigente, oltre alla riconferma dei giocatori migliori. 

Va ricordato che dal 1987 all’arrivo di Cimminelli il Torino ha avuto la bellezza di 6 presidenti: Sergio Rossi, Gerbi, Borsano (che strappò in volata la società al leggendario Mendella, patron di Retemia), Goveani, Calleri, Vidulich e adesso Beppe Aghemo, dirigente dell’Unione Industriali di Torino e presidente del Moncalieri in C2, che nei programmi resi noti ci metterà la faccia mentre Cimminelli sarà più defilato.

Che Cimminelli sia juventino e soprattutto molto legato, come industriale, al mondo Fiat, non sorprende chi conosce la storia del Torino. Il sessantaquettrenne torinese Cimminelli è a capo di un’azienda, la Ergom, che ha una trentina di fabbriche e produce componenti di plastica per auto. Il problema nell’immediato non è comunque quello di fare concorrenza alla Juventus del grande ex Moggi, ma evitare la retrocessione in B. La squadra allenata da Emiliano Mondonico non è malissimo (Bucci, Bonomi, Mendez, Ferrante, anche l’ultima incarnazione granata di Lentini) ma non ci riesce, perdendo alla penultima giornata lo scontro diretto con il Lecce.

La collaborazione fra Cimminelli e Aghemo finisce dopo poco più di un mese, il 12 giugno, fra parole di fuoco (in pratica Aghemo dice che il Torino non può essere gestito da juventini), quando il patron ha l'idea di assumere come direttore sportivo Ermanno Pieroni. Aghemo se ne va e al suo posto Cimminelli colloca Tilli Romero, lui sì cuore granata, ma anche purtroppo per sempre ricordato come l’investitore di Gigi Meroni. Come dirigenti non arrivano poi né Regalia né Pieroni, ma Sandro Mazzola che come allenatore sceglie Gigi Simoni nella speranza di trovare lo spirito dell'Inter 1997-98 (il tecnico durerà poco, visto che quasi subito sarà promosso Camolese), ma senza Ronaldo. Per qualche anno il Torino di Cimminelli annaspa fra Serie e Serie A, fino al fallimento del 2005 e all’inizio dell’era di Urbano Cairo.

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