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Anastasi e lo scambio con Boninsegna

Anastasi e lo scambio con Boninsegna

La morte del grande attaccante della Juventus e della Nazionale riporta alla memoria quello che forse è lo scambio più famoso nella storia del calcio italiano...

Stefano Olivari

18.01.2020 13:46

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Pietro Anastasi è stato un campione dal declino precoce, ma questo non toglie che nei suoi anni d’oro alla Juventus sia stato uno dei calciatori italiani più forti e amati, anche senza bisogno della solita retorica sul riscatto del Sud. 3 scudetti in 8 anni con la maglia bianconera, gli ultimi due vissuti quasi da separato in casa per via dei dissidi con Parola, prima di chiudere in tono minore con Inter, Ascoli e Lugano. Sbagliato giudicare Anastasi soltanto per i gol, che pure in certe stagioni sono stati tanti, visto che lui era un attaccante che giocava per la squadra e anche per far segnare i compagni, spesso stando abbastanza largo a dispetto della maglia numero 9 che all’epoca significava centravanti. Tecnica normale, ma scatto e intelligenza calcistica superiori: nel calcio di oggi sarebbe esterno offensivo in un 4-3-3 o alle spalle della prima punta con altri moduli.

Non c’è alcun dubbio che la carriera ad un certo livello di Anastasi sia finita il giorno dello scambio con Roberto Boninsegna, uno dei più clamorosi nella storia del nostro calcio. Già dopo il Mondiale tedesco, l’unico giocato da Anastasi visto che quello del 1970 l’aveva perso per un incredibile incidente in ritiro (aprendo la strada della convocazione proprio a Boninsegna), erano iniziati problemi fisici che avevano portato diverse volte Parola ad escluderlo dai titolari, con i suoi antipatizzanti a parlare di malattie immaginarie e lui, formalmente capitano della Juve, a sospettare che lo volessero cedere. Arrivò comunque il terzo scudetto, ma Anastasi era ormai sul mercato e nell’estate 1975 la Juventus fu ad un passo dallo scambiarlo con Beppe Savoldi, che però poi il Bologna cedette al Napoli. L’ultimo campionato in bianconero, nella stagione dello scudetto del Torino, fu vissuto ai margini ed era ormai chiaro a tutti che nel 1976 in un qualsiasi modo Anastasi avrebbe dovuto cambiare aria. Anche perché i compagni (in particolare Bettega e Furino) lo avevano scaricato, al di là di Parola che sarebbe stato di lì a poco sostituito da Trapattoni.

Boniperti era davvero fissato con Savoldi e lo trattò anche con il Napoli, offrendo un miliardo di lire, Claudio Gentile e appunto Anastasi, per una valutazione totale di Savoldi che superava di molto i 2 miliardi dell’anno precedente. Ferlaino disse no e allora il presidente della Juventus andò dritto su un altro uomo mercato, Roberto Pruzzo, proponendo al Genoa Anastasi e soldi. È in questa fase che Anastasi per la prima volta disse di volere l’Inter. In quel momento la squadra rivale della Juventus era il Torino, ma sapeva benissimo che Boniperti non avrebbe mai voluto trovarselo di fronte nel derby. Il trasferimento a Milano, vicina alla ormai sua Varese, sarebbe stato comunque gradito. A dire il vero, Fraizzoli non manifestò un grande interesse per Anastasi, che del resto la Juventus continuava a voler dare al Napoli per Savoldi.

Si arrivò così a inizio luglio, con l’obbettivo bianconero che diventò Boninsegna. Che aveva 33 anni, 5 più di Anastasi, ma era senz’altro meno logoro di lui. Lo scambio piaceva a Beppe Chiappella e come l’allenatore dell’Inter la pensava Mazzola, ormai agli sgoccioli e in procinto di diventare dirigente. Fraizzoli però esitava, gli era sfuggito l’Anastasi ventenne e non aveva tutta questa voglia di prenderlo in declino, così la Juventus cercò di mettere in piedi con il Milan uno scambio con Chiarugi. Forse una commedia di mercato. Alla fine, anche per le pressioni di allenatore e parte della squadra, giovedì 8 luglio Fraizzoli cedette, accettando lo scambio Boninsegna-Anastasi, con un incredibile (Anastasi veniva da un campionato con un solo gol segnato, contro i 10 di Boninsegna) conguaglio di 800 milioni da pagare alla Juventus.

Un Boninsegna avvelenato con Mazzola e Chiappella disse che l’affare l’aveva fatto la Juventus., Anastasi gli rispose piccato e quella fu una delle polemiche dell’estate. Boninsegna alla Juventus avrebbe fatto benissimo, ma non si può dire che Anastasi in quell’Inter modesta fece male. Era un giocatore in declino, ma qualche gol lo segnò e qualcuno ne fece fare prima a Muraro e poi, nella seconda stagione ad Altobelli. Ma i giorni di gloria erano ormai passati.

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