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L'Europa del Cagliari

La squadra di Maran sta sognando un piazzamento finale di prestigio, per riprendere dopo un quarto di secolo la sua storia nelle coppe...

Stefano Olivari

15.11.2019 ( Aggiornata il 15.11.2019 16:56 )

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Lo straordinario campionato del Cagliari di Maran fa sognare i suoi tifosi, magari non lo scudetto per le irripetibili condizioni del 1969-70 ma una qualificazione europea sì. Una presenza nelle coppe che per i rossoblu certo non è frequente. Nel 1969-70 la squadra di Scopigno, seconda in Serie A dietro alla Fiorentina la stagione precedente, partecipò alla Coppa delle Fiere. Primo turno abbordabile, per la forza del Cagliari dell’epoca: 1-1 a Salonicco contro l’Aris e 3-0 all’Amsicora con gol di Domenghini, Riva e Gori (in Grecia aveva segnato Martiradonna), in una partita sospesa a un quarto d’ora dalla fine che viene ricordata per un’incredibile rissa scatenata dai greci e l’intervento dei Carabinieri (non è una leggenda, ci sono le foto) per trascinare fuori dal campo tre espulsi. Il cammino però finì quasi subito, doppia sconfitta con i tedeschi Est del Carl Zeiss Jena. Va ricordato che Scopigno non dava tanta importanza a questa coppa e infatti contro i tedeschi Est tenne a riposo Riva.

Molte più emozioni nella Coppa dei Campioni della stagione seguente, eliminando al primo turno i campioni di Francia del St. Etienne allenati nientemeno che da Albert Batteux, l’uomo che aveva guidato il grande Stade Reims degli anni Cinquanta. 3-0 nel nuovissimo Sant’Elia (costato due miliardi di lire e inaugurato poco prima in Coppa Italia contro la Massese), davanti a 55.000 spettatori, con doppietta di Riva e gol di Nené, poi sconfitta 1-0 in Francia contro una squadra che in embrione era quella che avrebbe entusiasmato per metà degli anni Settanta, con il punto più alto raggiunto con la finale di Coppa Campioni persa nel 1976 contro il Bayern Monaco di Beckenbauer. Negli ottavi altro sorteggio sfortunato, i campioni di Spagna dell’Atletico Madrid, che avevano fra le altre cose un bravissimo attaccante di nome Luis Aragones: proprio il futuro commissario tecnico spagnolo nonché, secondo molti, vero inventore del tiki taka. Aragones, all’epoca conosciuto soltanto come Luis, segnò un gol nella sconfitta dell’andata al Sant’Elia (di Riva e Gori i gol sardi), un’autentica battaglia di calci più che di calcio, e tutti e 3 i gol del 3-0 al Vicente Calderon, con Riva fuori per infortunio. Il Cagliari sarebbe tornato in Europa nel 1972, nella Coppa UEFA nata sulle ceneri della Coppa delle Fiere. Il grande ciclo stava finendo e al primo impatto ci fu l’eliminazione contro l’Olympiakos.

Nell’era della tivù a colori il Cagliari sarebbe approdato in Europa soltanto per la Coppa UEFA 1993-94, grazie allo splendido campionato di Mazzone la stagione precedente. Poi Mazzone andò alla Roma e così il condottiero in Europa fu Bruno Giorgi, dopo poche partite con Gigi Radice. La squadra di Fiori, Pancaro, Firicano, Napoli, Pusceddu, Matteoli, Bisoli, Moriero, Oliveira, Dely Valdes, che fra le riserve aveva Massimiliano Allegri, fu esaltante e dopo aver eliminato Dinamo Bucarest, Trabzonspor e Malines arrivò nei quarti contro la Juventus di Trapattoni, Baggio, Vialli, eccetera. Vittoria 1-0 (Dely Valdes) al Sant’Elia e impresa , 2-1, al Delle Alpi (Firicano e Oliveira, dopo il vantaggio di Dino Baggio). Arrivarono così le semifinali, contro un’Inter che in campionato andava male e che contava sull’Europa per salvare la stagione. 3-2 al Sant’Elia (Oliveira, Criniti, Pancaro), prima del 3-0 subito a San Siro il 12 aprile 1994, ultima presenza europea dei rossoblu. Oltre un quarto di secolo dopo la storia potrebbe ricominciare.

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