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Da Savoldi ad Ancelotti, gli abbonamenti del Napoli© SSC NAPOLI via Getty Images

Da Savoldi ad Ancelotti, gli abbonamenti del Napoli

Per la squadra di De Laurentiis essere ad alto livello da tanti anni non è stato sufficiente a scatenare l'entusiasmo dei propri tifosi. Il confronto con il passato al San Paolo, remoto e recente, è imbarazzante e senza vere spiegazioni...

Stefano Olivari

13.09.2019 16:19

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Le parole di Ancelotti sul San Paolo hanno fatto molto riflettere e non soltanto perché il Napoli 2019-2020 viaggia sugli 11.000 abbonamenti: la metà rispetto a un decennio fa, quando il club già di De Laurentiis aveva tutt’altre prospettive e valore. Imbarazzante il confronto con le altre grandi del calcio italiano, ma soprattutto quello con il passato del Napoli stesso. Perché il paragone con l’era Maradona può essere forzato, ma quello con il Napoli del 1975 lo è un po’ meno. Sì, la più volte citata estate di Beppe Savoldi, che portò a 70.228 abbonamenti.

Un passo indietro, alla stagione 1974-75, quando il Napoli allenato da Luis Vinicio gioca un calcio bellissimo ed arriva secondo dietro alla Juventus di Parola. In quel Napoli, con Juliano capitano, Bruscolotti e Burgnich in difesa, Carmignani in porta, i gol li segnano il ‘Gringo’ Clerici, Braglia e Massa, ma Ferlaino pensa che si potrebbe fare di più e per arrivare all’agognato primo scudetto punta Savoldi, che prima nell’Atalanta e poi nel Bologna ha dimostrato di essere uno dei migliori attaccanti italiani. Centravanti vecchio stile, molto forte di testa, Savoldi ha 28 anni e non è mai davvero stato nel mirino delle grandi tradizionali. Insomma, non è il Messi dell'epoca ma nemmeno il Lozano.

Quell’estate però sembra sul punto di passare alla Juventus, dove Anastasi sta vivendo un precoce declino. E il presidente del Napoli si mette quindi in testa che Savoldi è l’uomo che deve essere preso per arrivare allo scudetto, anche se Vinicio non sembra particolarmente entusiasta. Ma Ferlaino convince Luciano Conti, presidente del Bologna (e all'epoca anche editore del Guerin Sportivo), a cedergli il bomber per 1.400 milioni di lire, Clerici e metà del cartellino di Rampanti. Con qualche forzatura giornalistica si dice quindi che la valutazione di Savoldi è di due miliardi, record per la Serie A: da quel momento Savoldi sarà, per l’eternità, Mister Due Miliardi.

Un’etichetta che gli pesa e gli peserà, ma che scatena l’entusiasmo dei napoletani. Ferlaino ha preso il campione che anche la Juventus voleva e quindi il Napoli fa sul serio: in base a questo ragionamento 70.228 persone sottoscrivono l’abbonamento al San Paolo, facendo entrare nelle casse della società 2 miliardi e 125 milioni di lire, più di quanto sia stato valutato Savoldi. Da notare che nel San Paolo dell’epoca si entra tranquillamente in 90.000 e che quindi rimane un margine per la vendita di ulteriori biglietti…

Ma fare i contabili non ci interessa, meglio guardare la gente: l’anno prima gli abbonati del Napoli erano stati 53.311, comunque tantissimi. A questo punto un giovane potrebbe dire: bella forza, non c’erano Sky e Dazn che facevano vedere tutto in diretta, e sulla Rai si vedevano a malapena i servizi delle partite e ogni tanto, a rotazione, un tempo in differita di una delle 8 partite del turno di Serie A.

Ragionamento che però dovrebbe valere anche per le altre 15 squadre, non soltanto per il Napoli. Ebbene, la Juventus campione d’Italia di abbonati ne aveva 17.711, la Roma 19.434, la Lazio 17.500, la Fiorentina 16.816, l’Inter 14.751, il Torino 14.000, il Milan 13.888. In altre parole, nello stesso campionato e a parità di condizioni l’entusiasmo che c’era a Napoli era più o meno il quadruplo di quello fra le tifoserie concorrenti.

Fare discorsi televisivi, di ultras e di scomodità dello stadio può avere un senso, ma non spiega come mai qualcosa si sia rotto fra la città e un club attrezzato per competere ad altissimo livello. Forse l’unica cosa che manca è il sogno. Quello che per una estate regalò Beppe Savoldi. Poi sarebbero arrivati anche autunno e inverno: quel Napoli non ingranò mai e ad un certo punto Vinicio fu esonerato. Savoldi avrebbe giocato con questa maglia quattro anni, anche discretamente (77 gol in totale con il Napoli), ma perché il sogno sarebbe diventato realtà soltanto con Maradona. 

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