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Nicolato e gli allenatori federali di una volta© Getty Images

Nicolato e gli allenatori federali di una volta

Il nuovo commissario tecnico dell'Under 21 si è guadagnato il posto grazie agli ottimi risultati di Under 19 e Under 20. E trent'anni fa avrebbe potuto sognare anche più in grande...

Stefano Olivari

05.07.2019 ( Aggiornata il 05.07.2019 16:13 )

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La nomina di Paolo Nicolato a nuovo allenatore dell’Under 21 è stata, nell’immaginario collettivo, un ritorno della federazione al cosiddetto ‘allenatore federale’, quello non identificabile con un singolo club e quindi, bravo o meno bravo che fosse, accettato da tutti i tifosi italiani senza distinzioni geografiche o di appartenenza. Parliamo del messaggio trasmesso, non della stretta aderenza alla realtà. Perché, proprio per fare l’esempio di Nicolato, lui lavora in FIGC dal 2016 mentre Di Biagio lo faceva dal 2011. Ma al di là di questo, è interessante vedere nella storia necessariamente recente, visto che questa rappresentativa è nata nel 1969 con l’Under 23, quanti siano stati gli allenatori considerabili 'federali'. 

Il primo c.t. dell’Under 23 fu Enzo Bearzot, che da lì passò alla collaborazione con Bernardini e poi alla guida della Nazionale maggiore, con i risultati che tutti ricordano. Suo successore nel 1975 fu Azeglio Vicini, che visse la trasformazione del torneo in Under 21 e nel 1986, dopo un brillante secondo posto, arrivò alla guida della Nazionale alla fine dell’era Bearzot. Lunga anche le gestione di Cesare Maldini, dal 1986 al 1996, con tre titoli vinti e l’approdo alla Nazionale maggiore, che già aveva assaggiato come vice di Bearzot, quando Sacchi tornò al Milan. In altre parole, per trent’anni il percorso Under 21-Nazionale è stato condiviso da tutti e la candidatura azzurra degli allenatori dei grandi club, da Rocco a Trapattoni, da Liedholm a Capello, era poco più che una provocazione giornalistica.

La musica iniziò a cambiare nel 1998, dopo il mondiale francese, quando al posto di Cesare Maldini venne scelto Dino Zoff, che veniva sì dalla Lazio (dove faceva però il dirigente, dopo quattro stagioni e mezza da allenatore) ma era percepito da tutti come monumento della Nazionale e non come ex laziale, juventino o napoletano. Promuovere Rossano Giampaglia, che nel suo ciclo Under 21 aveva deluso, non si poteva. La vera svolta fu quella del dopo Zoff, in seguito alla finale degli Europei del 2000: dalla Fiorentina arrivò Trapattoni, che come allenatore aveva già una lunga storia fra Juventus, Inter e Bayern Monaco. Ma la scelta più logica, pensando al passato, sarebbe stata Marco Tardelli fresco di vittoria all’Europeo Under 21 e campione del Mondo 1982. Fu una delle ultime scelte di Luciano Nizzola da presidente federale.

Da lì in poi i commissari tecnici dell’Under 21, anche quelli che hanno fatto bene e con un bel curriculum azzurro (su tutti Claudio Gentile), non sono più stati presi in considerazione. E onestamente anche noi ci siamo abituati a non prenderli in considerazione: così a malapena ci si ricorda che l’Under 21 è stata guidata anche da Casiraghi, Ferrara e Mangia. Nel mondo del 2013 chi avrebbe dato l’Italia in mano a Devis Mangia, vicecampione d’Europa esattamente come il Vicini 1986? Poi Lippi, Donadoni, Prandelli, Conte, Ventura e Mancini hanno fatto a volte bene e a volte male, non si può generalizzare e nemmeno fare i soliti discorsi del genere ‘Una volta era meglio’. Certo è che una volta l’allenatore della Nazionale l’antipatia di parte dei tifosi se le attirava per le convocazioni, ma non per la sua figura in quanto tale. Nel 2019 l’Under 21 è ormai il livello massimo a cui un allenatore federale possa aspirare, quindi complimenti a Nicolato che questa carica se l'è guadagnata con gli ottimi risultati di Under 19 e Under 20. 

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