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Fiorentina, diciassette anni di Della Valle© LAPRESSE

Fiorentina, diciassette anni di Della Valle

Fra il club viola e gli imprenditori marchigiani sta per terminare una lunga storia iniziata nel 2002, sulle macerie della gestione Cecchi Gori. Una storia quasi sempre di buon livello, con ambizioni realistiche...

Stefano Olivari

26.05.2019 ( Aggiornata il 26.05.2019 23:09 )

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Ancora non è ufficiale che Rocco Commisso sia diventato il nuovo proprietario della Fiorentina, dopo aver tentato un anno fa di comprare il Milan (l’imprenditore italo-americano si è sempre definito tifoso della Juventus), ma è sicuro che la storia dei Della Valle a Firenze stia volgendo al termine. Una storia durata 17 anni e iniziata senza… la Fiorentina. Sì, perché nel 2002 il club era appena retrocesso in serie B e alla B nemmeno era riuscito a iscriversi, da tanti che erano i debiti nel finale della gestione Cecchi Gori. In altre parole, nel luglio del 2002 la Fiorentina era scomparsa e tutti i suoi giocatori si erano svincolati. Una storia che merita di essere ricordata, visto che molti tifosi viola di oggi all’epoca non erano nemmeno nati.

Torniamo indietro, non alla preistoria, ma di una sola estate: quella del 2001, con la Fiorentina di Toldo, Adani, Di Livio, Rui Costa e Chiesa che allenata da Roberto Mancini (subentrato a Terim) conquistò la Coppa Italia battendo in finale un Parma anch’esso verso la fine di un’epoca. Il club di Vittorio Cecchi Gori era indebitato per oltre 300 miliardi di lire e d inoltre aveva varie grane giudiziarie legate alla vendita di Batistuta alla Roma avvenuta nel 2000: in pratica, sintetizziano una vicenda lunga e complessa, i 70 miliardi incassati da Sensi sarebbero stati girati alla finanziaria di Cecchi Gori e non alla Fiorentina. Ma i problemi finanziari di sicuro superavano quelli giudiziari e per tamponarli il club dovette nel 2001 cedere Toldo all’Inter e Rui Costa al Milan. A quel punto la Fiorentina era dichiaratamente in vendita, ma i tanti pretendenti aspettarono come avvoltoi che la situazione precipitasse per spuntare un prezzo migliore.

Ed in effetti la situazione precipitò, ma oltre le previsioni. La squadra non era male, però andò malissimo e Mancini fu sostituito da Ottavio Bianchi e poi da Luciano Chiarugi nel finale. Fu serie B, per così dire conquistata sul campo. Ma non confermata, perché non c’erano parametri né liquidità per l’iscrizione. Così all’inizio di agosto del 2002 sulla spinta dell’allora sindaco di Firenze Leonardo Domenici venne fondata la Fiorentina 1926 Florentia, che subito dopo venne rilevata da Diego e Andrea Della Valle con immediato cambio di nome in Florentia Viola. Chiaramente un’operazione politica, così come politica fu l’ammissione alla Serie C2. La squadra, allenata da Vierchowod, fiu allestita per ottenere una promozione immediata e così fu, anche se l’allenatore della promozione sarebbe stato Alberto Cavasin, con giocatori simbolo Di Livio (unico dei vecchi a rimanere) e soprattutto Riganò. Nella primavera del 2003 i Della Valle completarono il capolavoro, acquistando per 2,5 milioni di euro il marchio e i colori della vecchia Fiorentina, ormai dichiarata fallita dal tribunale, e applicandoli alla Florentia.

Di lì a poco un altro regalo della sorte. Il blocco delle retrocessioni, in seguito al caso Catania (in realtà caso Martinelli, il giocatore squalificato schierato contro la squadra di Gaucci), portò dopo vari fatti politici-sportivi ad avere un B di 24 squadre, e il fallimento del Cosenza portò alla creazione di un posto che la FIGC presieduta da Carraro assegnò inventandosi una sorta di wild card, tenendo conto della storia della Fiorentina. Che così vide trasformarsi la sua promozione in una doppia promozione. Il campionato di B 2003-2004 fu sofferto, per quanto quella squadra avesse un organico già da Serie B, ma si concluse in gloria, con la promozione ottenuta dalla squadra di Mondonico (subentrato a Cavasin), sesta in B, nello spareggio con il Perugia quartultimo in A. In altre parole, dalla scomparsa alla Serie A in meno di due anni, per una serie di circostanze in cui si mescolarono fortuna, bravura, appoggi politici, competenza, ferma volontà di tutta una città di tornare in alto dopo avere toccato il fondo.

La storia della Fiorentina dei Della Valle in Serie A è già più ricordata e celebrata, con la bellezza di cinque quarti posti, ma purtroppo per i viola soltanto uno con sbocco in Champions League: nel 2009-2010 la Fiorentina di Prandelli, con Frey, Montolivo, Gilardino e Jovetic andò ad un niente dall’eliminare il Bayern Monaco di Van Gaal (poi finalista contro l’Inter del Triplete) negli ottavi. Ognuno può quindi farsi la propria idea, su un club che forse si è accontentato troppo di essere buona classe media. Di certo i Della Valle l’hanno avuto quasi gratis ma non è che l’abbiano gestito gratis: il sito Calcio e Finanza ha calcolato, stando ai soli bilanci ufficiali, che i Della Valle abbiano effettuato versamenti di capitale per 221 milioni di euro in totale. Dividendo per 17 stagioni, in maniera grezza, significa che la Fiorentina gli è costata 13 milioni all’anno. Per imprenditori della loro caratura è tanto o è poco? Di sicuro buona parte della cifra spesa la recupereranno dalla vendita, Commisso o non Commisso.

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