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Marotta e la Juventus, fine di una grande storia© Juventus FC via Getty Images

Marotta e la Juventus, fine di una grande storia

L'amministratore delegato del club bianconero ha annunciato la svolta a sorpresa nell'assetto dirigenziale. Che negli ultimi otto anni è rimasto in pratica identico a quello deciso nella primavera del 2010...

Redazione

30.09.2018 20:53

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La storia fra Beppe Marotta e la Juventus sta finendo, come ha annunciato lo stesso direttore generale del club bianconero dopo la vittoria contro il Napoli. Non si può dire che fosse uno sviluppo previsto da media e tifosi, nonostante adesso tutti affermino di sapere tutto da molto tempo, ma certo è che otto anni insieme nel calcio e nella vita sono tantissimi. Anche se sono pieni di vittorie e di riconoscimenti.

Tutto in realtà era partito non otto ma nove anni fa, quando la Juventus era governata da Jean-Claude Blanc e Alessio Secco, espressione di quella parte di famiglia Agnelli che faceva e fa capo a John Elkann. Già nel 2009 questa Juventus elkanniana era interessata a Marotta, che stava facendo benissimo alla Sampdoria, e la curiosità è che come successori di Ranieri erano stati sondati Conte (all’epoca al Bari, che avrebbe lasciato all’improvviso poche settimane dopo) e Allegri (al Cagliari), prima che la scelta cadesse su Ciro Ferrara. Marotta sembrava sul punto di firmare già quell’estate, dividendosi le competenze con Blanc, ma all’ultimo momento decise di rimanere con Garrone visto che alla Sampdoria aveva margini di liberta che alla Juventus non avrebbe mai potuto avere.

Nella stagione 2009/2010 la situazione societaria bianconera si sarebbe fatta più chiara, con l’addio di Cobolli Gigli che era stato il presidente del ritorno ad alto livello dopo la retrocessione per Calciopoli, e tutto il potere concentrato nelle mani di Blanc. Il disastroso campionato della Juventus poi fece tornare d’attualità l’idea di un dirigente che fosse anche uomo di calcio ed inevitabile fu il ritorno delle trattative con Marotta, che fu ancora una volta lasciato libero di decidere da Garrone.

Alla fine di aprile del 2010 l’annuncio di Elkann: presidente sarebbe diventato suo cugino Andrea Agnelli, con Blanc sempre in società. Evidente la situazione di transizione, perché il 19 maggio Agnelli diventò presidente, con Marotta direttore generale e Fabio Paratici responsabile dell’area tecnica: insomma, la Juventus di adesso. Che iniziò scegliendo Delneri come allenatore (ma anche Bonucci e poi a gennaio Barzagli), per poi passare a Conte nel 2011 ed iniziare la sua impressionante serie di scudetti. Nel frattempo erano entrati in società anche Nedved, uomo di Agnelli, e Aldo Mazzia, dirigente legato a Elkann e che adesso è uno dei due amministratori delegati (l’altro è Marotta) del club: entrambi con pesi differenti hanno fatto parte della Juventus di questo decennio. Di tutti i personaggi citati solo Blanc avrebbe lasciato presto la Juve, per andare al Paris Saint-Germain dove lavora ancora oggi. Ma è chiaro che il dirigente di riferimento, quello che univa competenze calcistiche e competenze manageriali, era per tutti Marotta. 

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