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L'ultima vittoria di Platini

L'ultima vittoria di Platini

Il presidente dell'UEFA Ceferin dice che mai i club europei sono stati così ricchi da quando è stato introdotto il fair play finanziario e i numeri sembrano dargli ragione. Di questa rivoluzione, con luci e ombre, l'artefice è stato l'ex fuoriclasse francese...

Stefano Olivari

10.09.2018 09:44

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I club del calcio europeo, grandi e meno grandi, non sono mai stati così ricchi. Non lo dice la solita ricerca dalle origini oscure, ma la stessa UEFA dopo avere analizzato i conti 2017 di 718 club delle prime divisioni (Serie A, Premier League, eccetera) europee. Ceferin ha affermato che le finanze dei club europei non sono mai state così solide e i numeri sembrano dare ragione al presidente della UEFA: circa 600 milioni di euro di profitti, in aggregato, contro i 1.700 milioni di perdite del 2011, quando fu introdotto il fair play finanziario su idea di Platini e realizzazione dell’allora segretario europeo Infantino.

Per quanto riguarda il patrimonio, secondo la UEFA adesso gli attivi sono 7.700 milioni superiori ai debiti, mentre nel 2011 questa differenza era soltanto di 1.900 milioni. Interessante è che sommando i valori dei vari club ci siano 29 leghe su 54 che generano profitti, contro le 8 del 2011. Non solo: ma per la quarta volta in cinque anni gli incassi sono aumentati in maniera più che proporzionale agli ingaggi dei giocatori, per un’Europa di serie A che incassa circa 20 miliardi di euro a stagione, sette volte di più di quando incassasse due decenni fa.

Ovviamente Ceferin ha dato il merito di questi miglioramenti al fair play UEFA e altrettanto ovviamente la statistica non può tenere conto della crisi della categorie inferiori un po’ in tutta Europa, ma certo è che il calcio è molto lontano dal fallimento che tanti economisti della domenica avevano previsto pochi anni fa. Noi stessi, bambini negli anni Settanta, siamo cresciuti con articoli del genere ‘Il pallone si sta sgonfiando’. L’annuncio di Ceferin si presta comunque ad alcune considerazioni.

La prima: il fair play finanziario non è certo l’unica variabile importante nell’analisi del calcio delle ultime stagioni. Basti pensare all’esplosione dei diritti televisivi per la Champions League e anche per molti tornei nazionali. Real Madrid-Barcellona di vent'anni fa non si poteva vedere sul tablet... La seconda: non ha molto senso sommare realtà diversissime come la Premier League inglese e la Fortuna Liga slovacca, visto che gli utili della Premier League da soli contribuiscono per quasi un terzo agli utili totali europei. La terza: il fair play finanziario favorisce troppo chi è già forte di suo o può contare su un ampio numero di tifosi, gli albi d’oro recenti della serie A importanti e meno importanti lo dimostrano in maniera drammatica. In altre parole: è in teoria possibile che Inter e Milan, se bene amministrate, tornino in alto, ma non vedremo mai più un Paolo Mantovani che prendere la Sampdoria e la trasforma in pochi anni in una delle squadre più forti d’Europa. Squilibrio competitivo che poi, con qualche eccezione, viene replicato in Champions ed Europa League. Quarta considerazione: Michel Platini è stato un grande presidente UEFA, oltre a lui nessun ex calciatore ha mai davvero avuto in mano il gioco, la sua sua storia da dirigente non merita di finire come sta finendo. 

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