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La squadra di Hierro si è suicidata contro la modesta Russia ed ha buttato via la fortuna di essere capitata in un'ottima parte del tabellone. Colpa del ritorno a un passato, dopo i due anni con Lopetegui, ma con interpreti assenti o invecchiati. Per non parlare dell'assenza di alternative in attacco...
Nemmeno un pazzo potrebbe sostenere che il calcio russo sia fra i primi 8 del mondo, essendo a malapena fra i primi 80, ma il suicidio spagnolo negli ottavi di finale del Mondiale è stato in qualche modo aiutato dalla difesa rocciosa messa in piedi da Cherchesov, cosciente della pochezza dei suoi. Di più: quando la Spagna è andata fortunosamente in vantaggio la Russia non si è buttata in avanti ma ha difeso la sconfitta in un modo che sarebbe piaciuto a Gianni Brera. Se stai perdendo con il tuo stile di gioco, questo il ragionamento, cambiandolo rischi solo di essere travolto. Ma al di là delle citazioni, la nazionale di casa ha dato il 100% di ciò che poteva dare, la Spagna del tiki taka deteriore assolutamente no e ha quindi meritato di tornare a casa prima del previsto, con il rimpianto di non avere percorso quella che sembrava un’autostrada verso la finale.
Il 75% di possesso palla, un migliaio di passaggi (!), 26 tiri o tentativi di tiro a 6, statistiche FIFA, ma uno solo pericoloso (quello di Rodrigo nei supplementari), tanti altri numeri da nerd che spiegano l’ovvio e cioè che erano di fronte due squadre di cilindrata diversissima. Dopo il vantaggio la squadra parzialmente sbagliata da Hierro (che poi ha rimediato con Iniesta per David Silva e Carvajal per Nacho) ha pensato di poter gestire la situazione fino alla fine ed in effetti la storia di questi ultimi 12 anni le ha dato quasi sempre ragione. Del resto la Russia blindata con il 5-4-1 nemmeno pressava ed ha poi trovato il pareggio solo per il salto scomposto di Piqué che ha causato un rigore. Lì la Spagna non è stata capace di cambiare passo, ma nemmeno di trovare Diego Costa con situazioni sporche: solo Isco ha provato a far saltare il bunker, ma nessuna delle sue iniziative personali è stata supportata da adeguati movimenti. 120 minuti di tiki taka, che non è uno schema ma una forma mentale. Oltretutto raramente vista nei due anni di Lopetegui, capace di fondere i resti dello squadrone invincibile con la classe degli Isco, dei Carvajal, dei Koke, dei Lucas Vazquez o del più giovane Asensio. Insomma, Hierro è un mito ma era meglio che continuasse a fare il dirigente anche se le maggiori colpe del caso Lopetegui sono dell’arroganza del Real Madrid, con una strampalata tempistica di annuncio: come se il mercato del Real dovesse farlo l'allenatore....
Quando una delle favorite esce a sopresa si dice sempre che è finito un ciclo, ma il ciclo era già finito da un pezzo. Iniesta ha 34 anni e andrà a seppellirsi in Cina, Sergio Ramos e David Silva 32, Piqué 31. Gli altri hanno quasi tutti l’età per continuare ed avere come orizzonte Qatar 2022, anche se anni di articoli sul modello spagnolo si scontrano con la realtà degli attaccanti portati in questo Mondiale: due brasiliani naturalizzati, anche se Rodrigo ha fatto il settore giovanile in Spagna, più Iago Aspas che non sarebbe titolare in una nostra media squadra di serie A. Insomma, il tiki taka è stato indotto da giocatori che non dettavano il passaggio ma anche da poca qualità (e ancora meno quantità) in avanti. Detto questo, la Spagna veniva da due anni di imbattibilità seguiti alla sconfitta contro l’Italia di Conte a Euro 2016 (gol di Chiellini e Pellé, sembra di parlare della preistoria) e da prestazioni spesso eccellenti sia nelle qualificazioni, come anche l’Italia di Ventura ha notato, in mezzo ad amichevoli in cui sono state bastonate Francia e Argentina.
La storia non si fa con i se, ma nel girone contro Portogallo, Iran e Marocco, oltre che contro la Russia, si è vista una squadra incerta ed involuta, molto al di sotto del livello medio dei singoli e delle prestazioni dell’era Lopetegui. Davvero un Mondiale buttato via, mentre la Russia festeggia l’entrata in una zona che sulla carta non le apparteneva. Grazie ai rigori, certo, che però tutto sono tranne una lotteria: bisogna tirarli e pararli.
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