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Il Portogallo, Cristiano Ronaldo e altri dieci© AFPS

Il Portogallo, Cristiano Ronaldo e altri dieci

Il fuoriclasse del Real Madrid ha conquistato praticamente da solo il 3-3 contro la Spagna nella prima sua partita di Russia 2018. Tre gol, quanti ne aveva segnati nelle altre tre edizioni messe insieme, e una carica incredibile contro tutto e tutti...

Redazione

15.06.2018 22:47

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Tutti vorremmo essere in declino come Cristiano Ronaldo, che ha letteralmente trascinato un Portogallo ordinato ma normale allo spettacolare 3 a 3 contro una Spagna poco turbata dall’esonero di Lopetegui. Tre gol strappati con il cuore e con la voglia, tanti gol quanti ne aveva segnati nelle sue precedenti 13 apparizioni al Mondiale: il primo su rigore guadagnato turlupinando Nacho (con la fattiva collaborazione di Rocchi), il secondo di sinistro ispirando la papera di De Gea, quello del 3 a 3 nel finale su punizione da lui stesso guadagnata. Su tutto la sensazione che stia giocando per la storia e che questo suo ultimo urrah planetario potrebbe essere memorabile. 

Difficile che la sua squadra, che comunque all’ultimo conteggio è campione d’Europa in carica, possa arrivare fino in fondo, ma CR7 ha lasciato comunque un segno fortissimo su Russia 2018 dando anche una prova di efficienza fisica non da poco per un 33enne sempre nel mirino e con tantissime ore di volo: in questo senso davvero il miglior Cristiano da qualche mese a questa parte, con compagni nemmeno lontanamente alla sua altezza ma che lui motiva con i fatti e con le parole. Anche troppe, vista la tensione tenuta costantemente alta contro avversari e arbitro. Da non trascurare che tutto questo show è avvenuto in mezzo alle trattative per l’ultimo grande contratto della sua carriera, che sia l’adeguamento Real o la pensione dorata al PSG, e alla vicenda con il fisco spagnolo definita poche ore fa con 2 anni di reclusione (con la condizionale) e oltre 18 milioni di euro di multa.

Purtroppo ha attorno a sé una squadra con un talento che non è nemmeno la metà del primo Portogallo mondiale di Cristiano Ronaldo, quello che allenato da Scolari arrivò alle semifinali di Germania 2006: Figo, Deco, Ricardo Carvalho… il ventunenne fenomeno, ai tempi al Manchester United, giocò tutte e sette le partite, litigando un con il gol ma dando il suo contributo negli ottavi con l’Olanda, nei quarti con l’Inghilterra e anche nella semifinale persa per un rigore di Zidane. Nel 2010 il Portogallo di Queiroz fu stoppato negli ottavi proprio dalla Spagna, al punto più alto della sua parabola (e infatti sarebbe diventata campione): partita tiratissima decisa da David Villa. Quattro anni fa la squadra di Paulo Bento uscì già nel girone, mentre in questa edizione Fernando Santos ha usato la formula che tanto bene ha portato a Euro 2016, mettendo a fianco della sua stella Guedes invece di Nani. Qualche discreta alternativa per cambiare le partite ce l’ha, soprattutto Quaresma e ricordando che l’Andre Silva della nazionale è diverso da quello del Milan, ma che Cristiano Ronaldo concluda la sua carriera alzando la Coppa del Mondo ci sembra purtroppo difficile. Ha addosso meno pressione di Messi, che nell'Argentina ha compagni di ben diverso valore ed è quindi costretto a vincere, ma sa anche di essere all'ultimo giro.  

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