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Il ranking di Ventura

Il ranking di Ventura

Redazione

8 ottobre 2017

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In questo momento Giampiero Ventura non è esattamente l'uomo più elogiato d'Italia, ma la sua frase sul declino della Nazionale ben prima del suo arrivo ha un suo fondamento oggettivo. Attualmente l'Italia si trova alla posizione numero 17 del ranking FIFA e da quando esiste questa classifica, cioè dal 1993 quando commissario tecnico azzurro era Sacchi, è la sua posizione più bassa. Quella migliore, la numero 1, è stata nella storia raggiunta due volte: proprio con Sacchi, ma prima del Mondiale americano in cui arrivò in finale, e con Donadoni pochi mesi dopo il Mondiale tedesco vinto da Lippi. Va poi precisato che le poche partite che giocano le nazionali, rispetto all'attività di club, fanno sì che ad ogni giro le posizioni possano cambiare anche di molto. Così la posizione numero 16, in pratica la stessa della contestata Italia attuale, è stata toccata da Sacchi, Maldini e Lippi, mentre la 17 attuale è la stessa che nel luglio 2015 aveva l'Italia del celebrato (per un quarto di finale europeo) Conte. Ma veniamo al declino, vero o presunto, iniziato con i predecessori di Ventura. Partiamo ovviamente dal punto più alto, il numero 1, quello da cui si può solo scendere. Toccato per l'ultima volta nel biennio di Donadoni, in parte per merito del lavoro di Lippi ma anche per Donadoni stesso che sarebbe arrivato ai quarti di Euro 2008 uscendo per un niente contro la Spagna della generazione d'oro. Non a caso Italia seconda al mondo dopo quell'Europeo, che con il Lippi bis dopo il disastroso Mondiale sudafricano precipitò al sedicesimo posto, per risalire fino al quarto con Prandelli, che però dopo il fallimento in Brasile consegnò a Conte un'Italia quattordicesima. L'attuale allenatore del Chelsea mai sarebbe andato oltre il decimo posto ed avrebbe anche eguagliato Ventura nella corsa verso il basso. Conclusione? La Nazionale non è lo specchio esatto di un movimento calcistico, perché a Russia 2018 la Germania potrebbe in teoria uscire al primo turno ma al Mondiale di squadre potrebbe mandarne tre (lo ha dimostrato l'ultima Confederations Cup, fra l'altro) e la stessa Argentina, che sta rischiando grosso, avrebbe almeno cinque formazioni degne di essere schierate in una grande manifestazione. Se però prendiamo per buono il discorso del ranking, Ventura non ha torto: in 10 anni l'Italia da prima al mondo è diventata diciassettesima e non può essere tutta colpa del 4-2-4.

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