La Spagna e Isco hanno decretato che per la seconda volta nella storia del Mondiale a 32 squadre, iniziata appunto a Francia '98, l'Italia dovrà disputare uno spareggio per accedere alla fase finale. Una delle differenze rispetto a vent'anni fa è che al commissario tecnico sono stati imputati, per la partita decisiva, atteggiamenti di segno opposto: troppo coraggio Ventura, troppa paura Maldini. Fra l'altro per la corsa a Francia '98 l'Italia di Cesare Maldini questa sfida decisiva per il primo posto nel girone se la giocò in casa, a Roma, l'11 ottobre del 1997. Gli azzurri, dopo 7 delle 8 partite totali (il girone era a cinque squadre) erano di un solo punto dietro all'Inghilterra allenata da Hoddle. Vincere o andare agli spareggi, situazione simile a quella di Madrid ma da vivere sul proprio campo.
Maldini schierò una formazione con Peruzzi in porta, Nesta, Costacurta, Cannavaro e Maldini in difesa, Di Livio, Albertini e Dino Baggio a centrocampo, con Zola che partiva da sinistra a supporto di Vieri e Pippo Inzaghi. Non proprio una formazione difensivista e paurosa, anzi, come vuole il luogo comune e come incredibilmente imputarono a Maldini senior nel dopopartita. Certo la sua Italia non giocava e non avrebbe mai giocato un calcio champagne, nonostante l'abbondanza di talento a disposizione. In quella partita fra Batty e Ince l'Inghilterra era in assetto da battaglia, con le invenzioni lasciate a un giovane Beckham e a un Gascoigne in una di quelle sue fasi di relativa pulizia, rispetto all'alcol, in cui davvero spiegava calcio. Tantissimi falli da ambo le parti e un Maldini che le provò tutte, sostituendo nell'intervallo lo spento Inzaghi con Chiesa e dopo qualche minuto Zola con Del Piero. L'Italia rimase addirittura in dieci a un quarto d'ora dalla fine per espulsione di Di Livio, gettandosi in avanti rischiò più volte (una con Wright, che prese il palo) di perdere, ma sfiorò anche diverse volte il gol della qualificazione ed in particolare nel finale con un colpo di testa di Vieri fuori di centimetri.
Non vogliamo insinuare che questa Spagna sia dello stesso livello di quell'Inghilterra comunque molto buona, che veniva da una semifinale europea persa in semifinale ai rigori contro la solita Germania, né che quella clamorosa generazione azzurra fosse dello stesso livello di quella attuale, ma soltanto ricordare che un Ventura conservativo, magari con lo stesso modulo della partita di andata (3-5-2 con un centrocampo senza creativi dietro ad Eder e Pellé, in pratica la Nazionale di Conte) a Torino che disse meglio come risultato (1-1) ma non come differenza di gioco, avrebbe forse portato a casa la pelle però non la qualificazione e adesso saremmo tutti qui a criticarne lo scarso coraggio. Certo lui gli spareggi deve ancora vincerli, ma stando al ranking FIFA delle possibili seconde l'avversaria dovrebbe essere inferiore alla Russia di Alenichev e Kolyvanov.