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La prima volta della serie A decisa dal computer

La prima volta della serie A decisa dal computer

Redazione

27 luglio 2017

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Che il calendario della serie A 2017/18 sia stato creato dal computer, sia pure con tante limitazioni e 'indicazioni', non è certo una notizia. Ma lo era di sicuro nell'Italia del 1970, quando per la prima volta le giornate del massimo campionato furono scelte non da esseri umani, ma da una macchina opportunamente configurata che all'epoca fece davvero impressione. Quel martedì 28 luglio nella sede del CONI, mentre ancora di discuteva dei mille retroscena della spedizione azzurra in Messico (al di là della staffetta Mazzola-Rivera, critiche per avere perso con il Brasile di Pelé...), si mise quindi fine all'era in cui i calendari erano compilati, mettendoci circa un mese e rispondendo a mille sollecitazioni, dal segretario della Lega Agostino Molinari. Che per assolvere a questo compito si rifugiava in una località di montagna che cercava, con poco successo, di mantenere segreta mentre il presidente Aldo Stacchi veniva bersagliato da suggerimenti interessati. Il CONI per questa operazione anti-polemiche usò uno dei migliori computer dell'epoca, il GE 115 K16, affittato pagando la bellezza di due milioni di lire al mese: come potere d'acquisto l'equivalente di circa 19.000 euro di oggi. Una 'bestia' enorme, del peso di due tonnellate e mezzo con dimensioni non proprio da notebook (sei metri per sei...) e megastampante incorporata, che si occupava anche della contabilità del 'ministero' governato da Giulio Onesti, per il calcio testata qualche giorno prima con la Coppa Italia. Ricevette poche indicazioni: i derby fra la quinta e l'ottava giornata, alternanza fra partite in casa e fuori, nessuno scontro diretto fra grandi nelle prime giornate, ovviamente nessuna concomitanza di partite in casa per le squadre della stessa città. Il computer, che in quegli anni qualcuno definiva 'cervellone' (i buoni sapori di una volta), aveva già funzionato bene fuori dal calcio, con pallacanestro e rugby, ma l'abbandono del metodo Molinari, usato per 24 anni, fu lo stesso uno shock culturale. Secondo le previsioni il calendario sarebbe dovuto uscire in un paio di minuti, ma ci volle in realtà circa mezz'ora perché il computer fu stoppato a causa dell'impossibilità di trasmettere le immagini del sorteggio in una televisione circuito chiuso (era saltata una valvola). Di suo il computer, marca americana (GE stava per General Electric) ma cuore italiano, visto che era in pratica una replica dell'Elea 4-115 della Olivetti, lavorò bene. Furono soddisfatti più o meno tutti i presidenti, da Carraro a Fraizzoli: anche i più smaliziati credevano alla neutralità delle macchine. Ma era, appunto, il 1970. Chi non la prese bene fu Molinari, privato di quello che comunque era un potere, il quale riteneva con qualche ragione che la perfezione nel calcio non potesse esistere. Poco dopo, nel 1973, Molinari sarebbe morto ma gli eterni insoddisfatti sono arrivati fino ai giorni nostri.

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