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Lo strano percorso di Cassano

Lo strano percorso di Cassano

Redazione

11.07.2017 ( Aggiornata il 11.07.2017 11:48 )

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Nello sport di oggi essere in campo a 35 anni non è certo una notizia, ma lo è dopo una stagione di totale inattività dovuta a vari fattori, primo fra tutti che in Italia nessuno seriamente lo ha cercato. Stiamo chiaramente parlando di Antonio Cassano, il giorno prima del suo trentacinquesimo compleanno, un Cassano che ha da poco firmato con il Verona e quindi si concederà un ultimo urrah in serie A prima di chiudere con il calcio giocato. Nessuno sa realmente in quali condizioni fisiche sia, tutti hanno però un'idea della grandezza dell'avvenire che ha dietro le spalle: Bari, Roma (a 19 anni Sensi lo pagò quasi 30 milioni di euro, cifra che nel 2001 era pazzesca), Real Madrid, Sampdoria, Milan, Inter, Parma e ancora Sampdoria, con una carriera in azzurro che fra le altre cose si è concretizzata nella partecipazione a tre Europei ed un Mondiale, con il dispiacere eterno di avere saltato Germania 2006. Impossibile scindere il personaggio Cassano, uno dei pochi davvero trasversali del calcio italiano, dal giocatore, ma certo è che uno che in azzurro è stato convocato da Trapattoni, Donadoni e Prandelli, e per qualche partita addirittura anche da Lippi (che lo detestava), nell'arco di oltre un decennio, non può essere liquidato come un bluff. In lui hanno creduto, fra i tanti, Fascetti, Capello, Mazzarri, in certi momenti anche Delneri e Allegri: non esattamente gente a digiuno di calcio, comunque la si pensi. Di certo ha avuto una carriera molto inferiore alle sue possibilità, visto che ha avuto chance sia in club grandi sia in club medi. Colpa di una cilindrata atletica non adeguata agli standard degli anni Duemila (Messi e CR7 impressionano prima di tutto sotto questo profilo, perché sono 'sempre' Messi e CR7), di una collocazione tattica molto particolare (il massimo lo ha dato sempre come seconda punta), ma anche di un atteggiamento troppo diretto e sincero, che lo ha fatto diventare facile bersaglio di giornalisti, allenatori, presidenti, avversari e in molti casi anche compagni. Ad alto livello uno dei più grandi incompiuti del calcio italiano: dirlo di uno che ha giocato nel Real Madrid e in altri posti al top è strano, ma purtroppo è così. Uno strano percorso, con qualcosa di non detto.

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