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White Hart Lane e la tradizione che una volta era nuova

White Hart Lane e la tradizione che una volta era nuova

Redazione

15.05.2017 ( Aggiornata il 15.05.2017 11:52 )

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Perché il Tottenham abbandona White Hart Lane? Lo hanno pensato tutti i 36.284 fortunati che hanno assistito dal vivo alla vittoria degli Spurs sul Manchester United (di Wayne Rooney l'ultimo gol a White Hart Lane, quindi), oltre ai milioni di telespettatori per l'ultima esibizione della squadra in un impianto più volte (soltanto tre però i grandi interventi, il primo nel 1925) rimodernato ma che comunque risale al 1899: 118 anni fa, quindi una storia che ha visto tre secoli. Stadio bellissimo, dove nell'era pre-numerazioni, posti a sedere e Rapporto Taylor, quando il calcio era per il popolo e non per i clienti, la capienza era molto maggiore e in certe epoche quasi doppia (!). I lavori per la demolizione inizieranno immediatamente. Nei paesi democratici gli stadi non si possono costruire in tre mesi, per questo il Tottenham giocherà la prossima stagione le sue partite casalinghe a Wembley, in attesa che sia pronto il nuovo impianto, all'interno di un'operazione immobiliare chiamata Northumberland Development Project. La solita megaoperazione che con la scusa dello stadio finirà con la costruzione dell'ennesimo centro commerciale, con appartamenti, alberghi, cinema, musei interattivi, eccetera: insomma, quello che serve per spennare il turista ma anche il residente, come se a Londra mancassero negozi e attrazioni. Un'operazione che tutto compreso costerà l'equivalente di 500 milioni di euro, ma che ha anche lati positivi. Il primo è che non si cambierà zona, come ad esempio ha fatto il West Ham l'anno scorso passando dal Boleyn Ground allo Stadio Olimpico (l'impatto culturale e sportivo del cambiamento è stato ben analizzato da Roberto Gotta nel suo libro 'Addio West Ham'), anzi parte delle strutture del nuovo centro occuperà l'odierno spazio di White Hart Lane anche se la denominazione White Hart Lane sparirà in favore di uno sponsor. Il secondo aspetto positivo è la capienza: 61.559 posti, da squadra ambiziosa. Il terzo è che tutto è fatto con capitali privati, senza gravare sulla comunità e senza il pretesto del grande evento (da noi ancora si dà la colpa a Euro 2012...), nonostante le somme in campo: qualche spicciolo è stato raccolto qua e là, anche dalla NFL che pensa in futuro di farvi giocare due partite di stagione regolare ogni anno, ma lo stadio sarà totalmente del Tottenham Hotspur F.C. che, va ricordato, è a proprietà diffusa (è quotato in borsa) ma è saldamente controllato da inglesi visto che la ENIC (proprio la stessa ENIC una volta proprietaria anche del Vicenza) è l'azionista di maggioranza. Insomma, tutte le tradizioni prima di diventare tradizioni sono state novità.

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