Quante 'ultime partite' del Palermo di Zamparini abbiamo visto? Tante, forse soltanto il Milan di Berlusconi ha fatto meglio in questo particolarissimo campionato di addii minacciati, preparati, rientrati e infine, pare, concreti. Di sicuro c'è che Zamparini ha annunciato le dimissioni da presidente del club rosanero, ma soprattutto il suo totale disimpegno per il futuro dopo 15 anni di molti alti e qualche basso: nessuna carica onoraria, nessun lungo addio ma solo breve periodo di transizione chiesto dai nuovi proprietari. Così dice lui. Ma chi sono i nuovi proprietari? Nessuno lo sa, così la vaghezza della definizione 'cordata anglo-americana' rimane. È doveroso aspettare l'ufficialità perché nel recente passato, dagli arabi ai cinesi, tutti i presunti compratori hanno lasciato a Zamparini il Palermo di Zamparini. Comunque i tempi non saranno lunghi, perché già la prossima settimana dovrebbero essere resi noti i nomi degli interessati, con tanto di progetto (l'immancabile 'nuovo stadio', mantra mediatico senza riscontri oggettivi, e altre cose). La differenza con il passato è che le plusvalenze di mercato, non necessariamente alla Dybala, Cavani, Pastore, eccetera, non riescono più a finanziare la gestione corrente: lo aveva detto sei mesi fa lo stesso Zamparini, in tono un po' melodrammatico ("Se non trovo 15 milioni il Palermo non riesce a finire il campionato") ma mai usato prima. È probabile quindi che si sia davvero al capolinea di un'avventura che ai tifosi del Palermo ha regalato tanti campioni presi nel momento della loro ascesa e a Zamparini una visibilità incredibile, che ha tradotto in pubbliche relazioni per le sue aziende e che ha provato anche a sfruttare, con scarsi risultati, in politica (il 'Movimento per la gente' non ha lasciato tracce). L'ironia sui tanti allenatori (29) avvicendatisi sulla panchina del Palermo è discutibile: Zamparini li ha pagati tutti, cosa che non tutti i suoi colleghi di A possono dire di aver fatto, ed in generale la sua fama fra gli addetti ai lavori del calcio è sempre stata molto buona, quella di un grande affarista ma anche di una persona che onora gli impegni. Zamparini lascia un Palermo verso la B, come in B lo aveva acquistato nel 2002 da Franco Sensi per una ventina di milioni. Con Toni e Dybala, passando per Grosso, Cavani, Amauri, Miccoli, Zaccardo, Barzagli, Barone, Cassani, Nocerino, Balzaretti, Pastore, Belotti e tanti altri, il pubblico del Barbera si è in questi anni divertito. Anche per cinque partecipazioni europee (tre nelle vecchia UEFA, due in Europa League) e campionati di A sempre dignitosi, con una sola retrocessione (subito seguita da una promozione) e una visibilità nazionale che mai il Palermo aveva avuto nella sua storia. Da non dimenticare che nel 2006 l'Italia è diventata campione del mondo con quattro giocatori (Grosso, Barzagli, Zaccardo e Barone) che venivano dal Palermo di Zamparini. Insomma, un grande presidente che non ha più la cilindrata, nè probabilmente la voglia, per il calcio di oggi.