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Ecco Dodò: no, non stiamo parlando di quel personaggio immaginario, l’uccello parlante, raffigurato come un pupazzo di pezza bianco a pois azzurri, con il becco di legno e due palline da ping pong per occhi, mascotte e protagonista della trasmissione televisiva per bambini della Rai L’Albero Azzurro. Siamo lontani, ma visti i risultati ci potrebbe anche essere una assonanza, ovviamente sarcastica: il Dodò in versione calcistica è infatti l’omonimo brasiliano che ci riprova dopo l’ennesima esperienza sottotono, senza infamia e senza lode. Il copione è sempre lo stesso: sembra che possa spaccare il mondo e invece, al tirar delle somme, finisce in breve tempo nel dimenticatoio senza alcun acuto in campo. Fu così alla Roma, è stato così all’Inter, dove però è stato anche sfortunato a subire la lesione del legamento crociato del ginocchio sinistro, questo va ricordato. A Gennaio ricomincia quindi con una nuova avventura, alla Sampdoria, dove però il minutaggio che gli concede Montella non è praticamente mai ripagato in qualità. Mediocre.
Cristian Vitali
@Stracult
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