Tre scoppole prese in un solo tempo, e non accadeva da dodici anni. Dani Alves fuori per tre-quattro mesi. Il problema alla coscia per Bonucci, che dovrà saltare l’anticipo di sabato prossimo contro l’Atalanta, in quella che sarà un’inattesa sfida al vertice. Dalla trasferta di Genova, la Juve non può salvare proprio nulla. Al massimo, potrà far tesoro di un cedimento inaspettato: d’altronde la Juve svoltò lo scorso anno dopo la bruciante sconfitta con il Sassuolo. Cedimento fisico, per l’ennesimo infortunio muscolare della stagione (quello di Bonucci), che si aggiunge ai tanti problemi d’infermieria della difesa. E morale, per come il ko del Ferraris è maturato. Al netto delle assenze di pilastri come Dybala, Marchisio, Barzagli e Higuain (entrato come primo sostituto al posto di Lichtsteiner), quella della squadra di Allegri è stata una partita inaccettabile, nata male (i due gol lampo, l’autorete di Alex Sandro, la posizione continuamente cambiata per Dani Alves, schierato inizialmente tra i tre della difesa, tre esterni destri messi contemporaneamente in campo e un centrocampo compassato) e conclusa peggio (squadra in dieci uomini per l’infortunio dell’ex laterale del Barcellona a cambi esauriti). Di contro, un Genoa perfetto a leggere i limiti della Juve e ad esaltare le proprie virtù: tra la mira del bomber di giornata Simeone (che respinge al mittente chi lo aveva definito “figlio di”) e la lena dell’onnipresente Rincon o tra l’attenzione difensiva di Izzo e i passaggi di Lazovic, Juric ha potuto schierare in campo una squadra agguerrita che sapesse perfettamente recitare il copione assegnato, come del resto aveva fatto quando aveva travolto il Milan. Gli esperimenti sbagliati da Allegri e il tilt in cui sono piombati gli juventini già alle prime battute di gioco, hanno fatto il resto.
Sgridata la Juventus, che per inciso, tra tante difficoltà, rimane saldamente al comando della classifica e si è garantita qualificazione e (quasi) primato con un turno d’anticipo in Champions League, la giornata, che si completerà questa sera con Napoli-Sassuolo e Inter-Fiorentina, ha visto le squadre del lotto di testa uscire con i tre punti dalle loro partite.
Vince ancora l’Atalanta, imponendosi al Dall’Ara: la formazione orobica è, curiosamente, quella che corre di meno in tutto il campionato. Corre evidentemente meglio, se i numeri dicono che siamo a sette vittorie e un pareggio nelle ultime otto gare. La trasferta allo Stadium in programma sabato sera è la più ostica tra tutte quelle possibili, ma più che per la paura di un filotto che rischia di esaurirsi, deve essere vista come il giusto e meritato premio per quella che è senz’altro la miglior squadra ammirata finora in questo campionato e che si godrà il fascino di un big match d’alta classifica. Difficile che possa essere il Leicester d’Italia, ma intanto società e tifosi devono godersi il momento.
Tre punti anche per il Milan, tornato da Empoli con un 1-4 che conferma il secondo posto: senza Bacca, Montella ha schierato Lapadula al centro dell’attacco, avendone in cambio due reti. Il bomber della scorsa B sta continuando ad accumulare punti agli occhi del suo tecnico: con Bonaventura da una parte e Suso dall’altra, Lapadula ha mostrato ottima intesa con la squadra, aprendo la gara del Castellani quando erano passati 15’ e chiudendola quando 15 erano i minuti che mancavano alla fine. Nel mezzo, il momentaneo pari di Saponara - anche per lui, ex spesso avvelenato contro i rossoneri, gran bella partita - e il gol di Suso e l’autorete di Costa su intuizione di Bonaventura sulla sinistra.
Bene anche le romane: la Lazio ha vinto a Palermo con Milinkovic, prevalendo in 90’ di noia e di rare occasioni; la Roma non doveva sbagliare nel posticipo contro il Pescara e seppur a fatica, si è presa i tre punti. Sembrava una gara chiusa già nel primo tempo, grazie ai due gol di Dzeko, e invece il Pescara è tornato in gara nella ripresa e per poco non beffava Spalletti.
Il derby di domenica prossima arriva in un momento di grande salute per le due squadre, separate da un solo punto. Sarà interessante vedere chi riuscirà a spuntarla.
Tra i volti di giornata, obbligatorio inserire i doppiettisti del sabato Iago Falque (sette gol in undici partite giocate: il suo record totale è tredici) e Lapadula (che continua ad accumulare punti agli occhi di Montella) e quelli della domenica Simeone (giustiziere della Juventus) e Dzeko (cannoniere da solo con dodici gol). È stata poi la giornata delle giocate dell’immarcabile Suso, delle magie del “Papu” Gomez amirate a Bologna (suoi gli assist per Masiello e Kurtic), del gioiellino di Sau, che ha coronato la sua bella partita con il gol di tacco che l’ha decisa, permettendo al Cagliari di tornare al successo dopo due sconfitte consecutive e dei due marcatori dello Scida, Falcinelli (sulla cui forma, dovrà scommettere il Crotone se intende salvarsi) e Bruno Fernandes (al terzo gol da rimonta in questo campionato).
Giovanni Del Bianco