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Serie A, fatti e personaggi della 12ª giornata

Serie A, fatti e personaggi della 12ª giornata

Redazione

7 novembre 2016

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La settimana delle polemiche legate agli avversari della Juventus che si scansano si conclude con un Chievo Verona agguerrito che per poco non strappa un pari alla squadra che - pur senza brillare - sta guardando tutti dall’alto al basso. Altro che scansarsi, dunque: il Chievo ha dato tutto. Il problema è che con la Juventus, "tutto" può non essere sufficiente, perché da un momento all’altro può uscire la giocata di un singolo. Nel caso, quella di Pjanic che disegna una traiettoria delle sue e risolve la partita (dodicesima punizione vincente in A). Schierata ancora una volta con il duo pesante Higuain-Mandzukic, che sembra esaltare più il croato dell’argentino, la Signora ha fatto sua la terza partita consecutiva, mantenendo inalterato il distacco da Roma e Milan e allungando sul Napoli. È una Juve che non fa sfracelli, ma riesce sempre a dare qualcosina in più dell’avversario, adattandosi a ciò che richiede il match. Come ha detto Spalletti, quando gli hanno chiesto un commento sulla capolista: se Madama ha un avversario che vale cinque, dà sei; con un avversario che vale otto, dà nove. Nei piani alti, continua ad essere una certezza la Roma dell’Olimpico, che non lascia spazio a repliche. Sei partite, sei vittorie, come la Juventus. Venti gol fatti (record), quattro subiti (solo la Fiorentina ha fatto meglio). Contro il Bologna ha fatto meraviglie Salah, unico triplettista di giornata. L’egiziano spacca le partite, quando parte è devastante e se trova difese lente, va a nozze. Sarà un problema per Spalletti, quando lo dovrà perder per un mese a causa della Coppa d’Africa. Nelle zone nobili, continua a figurare il Milan, uscito vincitore anche dal Barbera (per De Zerbi sei sconfitte su sei in casa): a Palermo, Montella, privo di Niang, ha schierato un tridente d'attacco formato da Bonaventura e Suso ai lati e Bacca centrale. Gli esterni sono andati bene, mentre il colombiano ha vissuto un'altra giornata opaca. Buon per il Diavolo, che ad un certo punto sia entrato Lapadula per lo stesso Bacca: il cannoniere della scorsa Serie B ha risolto il match, trovando di tacco il primo gol in Serie A. Una candidatura per una maglia da titolare nel derby della Madonnina in programma dopo la sosta. La gara più attesa del turno era quella di sabato sera tra Napoli e Lazio e non ha tradito le attese. L'anticipo ha confermato ciò che si era visto negli ultimi turni e cioè che il Napoli riesce a produrre gioco, perdendosi però al momento di finalizzare e continuando a subire pesantemente l'assenza del centravanti titolare. Ma la gara ha dimostrato per l'ennesima volta che la Lazio - sette risultati utili consecutivi - sarà un osso duro per tutti e che lotterà per tornare in Europa. Un plauso alla duttilità della squadra, scesa a Napoli con la difesa a tre e a proprio agio con diverse soluzioni tattiche. Il pareggio svela umori opposti: il San Paolo ha fischiato la propria squadra per le troppe battute a vuoto, mentre la Lazio torna a Roma con un risultato che dà autostima. Prova di maturità, anche per bocca del tecnico Inzaghi, ampiamente superata. È stata anche la settimana di passione dell’Inter, con un piede e mezzo fuori dall’Europa, in ritardo in campionato e con la guida tecnica appena cambiata. Dopo lo stop di Southampton, al traghettatore Vecchi rimane la consolazione di aver vinto 3-0 con il Crotone e di lasciare la conduzione della prima squadra con un buon risultato, numeri alla mano lo score migliore della travagliata stagione interista. Nelle altre gare, si segnala l’exploit dell’Empoli, che decide di risolvere in 90’ tutti i suoi problemi d’attacco, trovando ben quattro volte la via del gol, grazie alla ritrovata mira del veterano Maccarone (assieme al clivense Pellissier, simbolo del “gol senza età”), di Pucciarelli e Saponara. D’altro canto, il Pescara deve darsi una svegliata al più presto: dopo il pari con la Samp, sono arrivati tre ko consecutivi ed inoltre, è l’unica a non aver mai vinto sul campo neppure una gara. Perdere 4-0 in casa uno scontro diretto è sconcertante. Rimanendo in tema di difese-gruviera, sorprende la vulnerabilità del Cagliari, arrivato a 29 gol subiti, peggio di tutti. Se si esclude il 2-1 al Palermo, nelle ultime quattro giornate, la formazione sarda ha preso cinque gol dalla Fiorentina, quattro dalla Lazio, cinque dal Torino. Strano per un team che annovera elementi difensivi di provata esperienza. Protagonisti sparsi del week end: Icardi, che raggiunge Dzeko in vetta alla classifica marcatori (quarta doppietta di questo campionato); Salah, per la strepitosa tripletta del posticipo; Suso, uomo-svolta del Milan di Montella (gol, assist e tre occasioni sventate da Posavec); Muriel, per il gol da centravanti puro segnato a Firenze (a proposito, per i viola quattro pareggi nelle ultime quattro sfide al Franchi); gli interi collettivi di Torino e Atalanta, piacevoli da vedere e meritatamente affacciati sull’Europa. Per i bergamaschi non ci sono più parole: hanno strapazzato il Sassuolo a domicilio, cogliendo il settimo risultato utile consecutivo e issandosi al quarto posto; il Toro, dopo tre turni senza gloria, ha umiliato il Cagliari, andando a segno con quasi tutti i suoi uomini-chiave: Belotti, Baselli, Benassi, Ljajic. Tra le squadre più interessanti del campionato, rientrano a pieno titolo tanto gli orobici quanto i granata, distanziati di tre punti. Giovanni Del Bianco

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