Per noi Carlos Alberto Torres, da poco morto a 72 anni per un infarto, sarà sempre il capitano del Brasile campione del mondo 1970 nonché l'autore del gol del 4 a 1 nella finale al termine di una di quelle azioni stampate nella storia del calcio. Il laterale destro di Santos, Fluminense e Cosmos è stato ovviamente anche molto altro, al punto di essere inserito in quasi tutte le formazioni all time: ma il merito principale, inutile negarlo, è di quel Brasile e di quel famoso gol. Non sono certo stati inferiori a lui, né come punte di rendimento né come carriera in generale, Cafu, Kaltz, Neal o Suurbier, per citare, senza sottilizzare sul sistema di gioco in cui erano inseriti, giocatori visti in diretta e non andare sul Djalma Santos della situazione. Però Carlos Alberto, a volte confuso con Carlos Alberto Parreira (che nel 1970 ugualmente c'era, ma come preparatore atletico), ha segnato un gol, e che gol, nella partita che tutto il mondo guarda e quindi per i motivi più volte citati ha ragione lui. Non c'è bisogno di spiegare perché tutti i gol segnati da Altobelli in carriera non valgano quello segnato alla Germania Ovest nel 1982... Detto questo, quella finale del 1970 ci è sempre stata indigesta proprio perché viene rievocata tramite highlights o racconti ormai imparati a memoria, come i sei minuti di Rivera o Pelé che rimane in cielo due secondi (o erano due minuti?), ed altri mai davvero approfonditi come la polemica fra Facchetti e Burgnich per la marcatura di Jairzinho, con la considerazione finale che quel Brasile sia stato la più grande squadra di tutti i tempi. Consigliamo però a tutti di rivedere su You Tube tutti i 90' la partita in cui quell'Italia esausta dopo la semifinale con i tedeschi, con il suo bomber (Riva) in cattive condizioni, e, diciamolo, mal guidata da Valcareggi, tenne testa al Brasile fino a 24 minuti dalla fine, andando sull'1-1 al 37' con Boninsegna e sfiorando il 2 a 1 in almeno un paio di occasioni (una botta di Domenghini da fuori e un contropiede, ancora di 'Domingo' con autorete sfiorata da Everaldo) con il Brasile in chiarissima difficoltà, da cui uscì con un bellissimo e fortunato sinistro da fuori di Gerson (pallone accomodato da un rimpallo, non certo azione manovrata) e con un errore difensivo (incomprensione fra Albertosi e Facchetti, sulla torre fatta da Pelé) che regalò il 3-1 a Jairzinho. Poi la prodezza di squadra finalizzata da Carlos Alberto, azione meravigliosa e conclusione degna. Grande giocatore in una grande squadra, ma con lui e con tutti gli altri vincitori la storia è troppo generosa.