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Messaggio evidentemente recepito dalla squadra, perché nel 2013-14, in terza serie, ecco un altro successo e questa volta senza neppure una sconfitta: 102 punti frutto di trentatré vittorie e tre pareggi. Trentanove punti sulla seconda, il Dunfermline, famoso soprattutto perché da giocatore vi militò Alex Ferguson. In League One, è stato tutto sin troppo facile: basti ricordare l’ampiezza di certi risultati (come il 6-0 all’Airdrie, il 5-0 all’East Fife, l’8-0 allo Stenhousemuir, il 5-1 all’Arbroath o il 6-1 al Forfar), per rendersi conto della formalità.
E così, ecco il terzo step, rappresentato dalla Championship, la seconda serie. Il problema è che nel frattempo erano scese dalla Premiership le due squadre di Edimburgo, gli Hearts e l’Hibernian. Risultato? Con un solo posto certo per la promozione e un altro da conquistare tramite i play-off, si sapeva già dall’inizio che (almeno) una delle tre grandi sarebbe rimasta esclusa dalla festa-promozione. Gli Hearts presero subito il largo e si assicurarono il primo posto con ventuno punti di margine sui rivali cittadini e ventiquattro sui Rangers, arrivati addirittura terzi. Play-off, dunque. In Scozia, vi prendono parte la seconda, la terza e la quarta della Championship, più la penultima della Premiership, qualificata direttamente alla finale ad attendere l’avversario.
Per i Rangers si comincia con una vittoria sul Queen of the South nel primo turno (2-1 e 1-1) e sugli Hibs al secondo (2-0 e 0-1), ma la finale pone un altro scomodo avversario: il Motherwell, fino all'anno prima abituato ai piani alti e ora giunto a sorpresa penultimo in Premiership. Per gli uomini di Stuart McCall, nel frattempo subentrato a McCoist, si mette subito male e il Motherwell è lesto ad approfittare della serata storta dei Rangers. L'andata termina 1-3: Ibrox è ammutolito e si sentono solo i supporter ospiti cantare a squarciagola “Twist and shout”. Al ritorno, al Fir Park, serve un’impresa, ma non è aria. Anzi, finisce 3-0 per il Motherwell. Per gli aranciogranata è la salvezza, per i Rangers un anno gettato nella rincorsa alla Premier. Un 1-6 totale che lascia basiti i tifosi dei Gers, che pregustavano il ritorno tra i grandi. La stagione, nata con ben altri auspici si conclude con gli scherni dei tifosi avversari, che si "lamentano" per aver avuto vita così facile nella finale dei play-off. Come a dire, tutto qua?
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Si riparte dopo la mazzata e nel 2015-16, al secondo tentativo in Championship, i “Teddy Bears” non sbagliano un colpo: il primo posto è loro, le inseguitrici Falkirk e Hibernian sono lontane e già ai primi di aprile si è finalmente celebrata la fine dell’Odissea. La squadra, affidata all'inglese Mark Warburton, domina in lungo e in largo: in casa fa il vuoto, vincendo sedici incontri su diciassette e pareggiando l'altro (ricordiamo che la stagione non è ancora terminata). Trascinata dall'attaccante Martyn Waghorn, prelevato dal Wigan (come anche il già citato Tavernier) e attuale cannoniere del torneo con venti reti, la squadra è sembrata sempre concentrata sull'obiettivo finale.
In questi anni, i Rangers hanno sognato di vincere qualche trofeo pur partecipando alle serie minori, ma la realtà dei fatti è stata spietata e non sono mancate eliminazioni anche pesanti per mano di formazioni di Premier. Quello di quest’anno sarà l’ultimo tentativo per cercare di vincere la Coppa di Scozia dalla serie cadetta, impresa riuscita solo una volta nella storia del trofeo (all’East Fife, nel 1938). Con la promozione già raggiunta, Lee Wallace e compagni possono porre tutti i loro sforzi sulla stracittadina con il Celtic in programma tra dieci giorni. Chissà che non venga messa una ciliegina sulla stagione.
Dall’anno prossimo, dunque, in Scozia si tornerà a farà sul serio. La “conga” dei tifosi del Celtic è un ricordo lontano, perché I Rangers sono morti e rinati. Prossimo obiettivo: impedire agli eterni rivali di raggiungere il “nine in a row”, i nove titoli consecutivi (verrebbe raggiunto il record, toccato già una volta dai biancoverdi e una volta dai blu). Per ora, il Celtic è a quattro, con il quinto in arrivo (+5 sull’Aberdeen) a meno di un suicidio nel finale di stagione.
Giovanni Del BiancoCondividi
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