Totti e il ritiro dei campioni

Totti e il ritiro dei campioni

Pubblicato il 22 febbraio 2016, 11:32

Il caso Totti-Spalletti offre il pretesto per riflettere sul ritiro dal'agonismo, una fase della vita del calciatore di cui parliamo tutti malvolentieri perché l'addio al calcio del Totti della situazione è anche la morte di una parte importante della nostra vita. Ma quale è l'età giusta per lasciare, prima che altri ti indichino l'uscita? Bisogna restringere il discorso a campioni in un calcio di vertice, quindi di serie A, perché è chiaro che accettando uno status inferiore in campionati di livello inferiore due o tre anni in più si possono  sempre strappare. E bisogna poi fare una ulteriore distinzione per ruolo: l'importanza dello scatto e dello spunto nel breve, che si possono allenare soltanto in parte, impongono di fare per i giocatori offensivi discorsi diversi da quelli che faremmo per portiere o difensori. Il luogo comune dice che una volta, qualsiasi cosa significhi 'una volta', i campioni avevano una carriera più breve. In qualche caso era così, ma non per logorio quanto per una medicina sportiva e un'ortopedia di livello ben diverso rispetto a quelle di oggi: negli anni Trenta, ma anche nei Settanta, l'infortunio subìto prima del Mondiale 2006 o anche quello al crociato anteriore di due stagioni dopo avrebbero già chiuso la carriera di Totti. Silvio Piola ha giocato in serie A fino a 41 anni, nel 1954, in epoche in cui l'intimidazione e il fallo criminale, soprattutto in trasferta, erano la regola. José Altafini ha giocato per l'ultima volta con la Juventus nel 1976, a 38 anni. Giuseppe Meazza ha disputato la sua ultima partita con l'Inter a 37, nel 1947.  Stessa età per Gunnar Nordahl nella Roma (1958) e Kurt Hamrin nel Napoli (1971). Amedeo Amadei, altra leggenda della Roma, arrivò fino ai 35 anni con la maglia del Napoli. Dei grandi attaccanti della serie A fino a quando la tivù è diventata a colori soltanto Gigi Riva e Giampiero Boniperti si sono ritirati relativamente giovani: l'icona del Cagliari a 32 anni, nel 1976, ma dopo due infortuni tremendi e una serie di altri più piccoli, il futuro presidente della Juventus a 33 perché non accettava un lento declino. Nell'era moderna, tutti i grandi attaccanti non distrutti da infortuni sono arrivati ad età avanzatissime: Pippo Inzaghi ha raggiunto quota 39 con la maglia del Milan, Alex Del Piero è arrivato a 38 anni con la maglia della Juventus, prima di emigrare, Roberto Baggio si è fermato a 37 con il Brescia (2004), Beppe Signori a 36 con il Bologna (anche lui 2004, ma poi ha proseguito all'estero) così come Mancini con quella della Lazio, senza dimenticare che i 39enni Di Natale e Toni sono ancora in circolazione. Ancora più facili gli esempi con portieri e difensori, ma è ovvio che Totti vada confrontato con gli attaccanti. Conclusione? I grandi campioni della serie A hanno giocato quasi tutti ad alto livello fino ad età avanzata e quasi nessuno di loro ha lasciato il calcio prima che gli venisse chiesto. Twitter @StefanoOlivari

Iscriviti alla newsletter

Le notizie più importanti, tutte le settimane, gratis nella tua mail

Premendo il tasto “Iscriviti ora” dichiaro di aver letto la nostra Privacy Policy e di accettare le Condizioni Generali di Utilizzo dei Siti e di Vendita.

Commenti

Loading

Grandezza di Pietrangeli

Addio al primo vero mito del tennis italiano, amatissimo anche da chi non aveva mai visto una racchetta. Uno degli ultimi grandi campioni nell'era del finto dilettantismo, legato per sempre a Panatta e Sinner...

La Davis più bella

L'Italia di Cobolli e Berrettini è per la quarta volta campione del mondo di tennis e la cosa più impressionante è che ci sia riuscita con il suo terzo e sesto giocatore...