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Leggende di provincia / Gaudenzio Bernasconi

Leggende di provincia / Gaudenzio Bernasconi

Redazione

03.02.2016 ( Aggiornata il 03.02.2016 09:00 )

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Quando un fisico allo stesso tempo robusto e reattivo rappresenta la propria fortuna: Gaudenzio Bernasconi è stato uno dei difensori italiani più importanti negli anni Cinquanta e nei primi Sessanta, che vestì solo due maglie da professionista in carriera e avrebbe meritato maggiori successi. Nato a Ponte San Pietro (Bergamo) l'8 agosto 1932, si mise in luce con la casacca del suo paese d'origine (che all'epoca si chiama ancora Vita Nova, in terza serie) non ancora ventenne. Da lì, il passo verso la maggiore realtà bergamasca fu breve. L'Atalanta lo fa suo nel 1952 e lo fa debuttare in massima serie. Bernasconi, come detto, è un armadio di centromediano (172 cm per 83 kg) che incute timore al suo dirimpettaio di ogni partita: il centravanti avversario. Attenzione, però: Gaudenzio da Ponte San Pietro ha anche grande reattività ed un'elevazione di tutto rispetto. Queste caratteristiche fanno sì che riesca ad affermarsi tra le grandi sorprese della Serie A 1953-54. Lo acquista la Sampdoria, che sarà anche l'ultimo sodalizio difeso dal difensore lombardo nel calcio che conta. Nel frattempo non riesce a cogliere allori in maglia blucerchiata, ma diventa un beniamino del popolo doriano che lo ribattezza affettuosamente “Orsacchiotto” (come da lui dichiarato, forse per la sua riservatezza). Ma conquista la Nazionale nel corso della sua seconda stagione in Liguria, esordendo il 24 aprile 1956. Ma, nonostante il suo valore indiscusso, deve cedere in breve tempo il posto a colleghi di club più in vista, accontentandosi di 6 gettoni azzurri totali. Parziale consolazione, scende in campo con la nostra rappresentativa solo in gare di prestigio: Argentina, Spagna, Brasile (2 volte), Inghilterra e Portogallo. Decide per il commiato dal calcio che conta nel 1965 (i suoi 334 match lo rendono terzo doriano più presente di sempre), impiegando le residue energie fino al 1970 dividendosi tra Jesi ed Urbino. Qui, da allenatore-giocatore, si avvicina al ruolo di tecnico che lo vede impegnato in seguito con Foligno, Caratese e Verdello. E poi, con la maturità, felice nonno delle nipotine Alice e Camilla. Fabio Ornano

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