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Fortunatamente il calcio non è solamente ricoperto di numeri, altrimenti oggi parleremmo con venerazione (più di quanto non si faccia già) di Arthur Friedenreich o Pedro Petrone - per citare due che nella loro carriera hanno fatto meno partite che gol - accostandoli a miti più grandi di loro quando, in effetti, la realtà li vede ancora - nella maggior parte dei casi - come dei personaggi in cerca d'autore. Non è un discorso atto a svalutare la figura di Neymar, il cui enorme valore è inattaccabile, quanto piuttosto la modalità del raffronto. Ci sarà un motivo se da vent'anni a questa parte nessuno è riuscito, in Premier, ad andare oltre le 31 marcature (Shearer nel 95-96, CR7 nel 2007-2008 e Suarez nel 2013-2014). Che quello inglese sia il campionato più difficile è opinione personale, ma d'altronde trovare una lega con una quantità di squadre così competitive (United, City, Chelsea, Arsenal, Tottenham, Liverpool) è tutt'altro che una passeggiata di salute. In Spagna si sa che, salvo effetti speciali, Real Madrid e Barcellona occuperanno - a fasi alterne - i due primi posti finali e in Italia il livello degli ultimi anni è stato talmente alto che nessuno si è accorto del divario tra Juventus e Roma e tra Juventus, Roma e le altre diciotto. Messi, CR7 e Neymar, rimandiamo il giochino. Magari tra cinque anni, quando potremo basarci su dati derivanti dallo stesso contesto.
@damorirneCondividi
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