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Non siamo più un popolo di calciofili

Non siamo più un popolo di calciofili

Redazione

08.09.2015 ( Aggiornata il 08.09.2015 09:22 )

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L’Italia con le partite di questo week end ha dimostrato che gli stranieri, nel campionato italiano, non sono un problema. Per la prima volta nella storia del calcio, una prima volta che dura da una decina di anni, l’Italia non ha più qualità di giocatori. È cambiato qualcosa, da che eravamo un paese di calciatori siamo diventanti forse un popolo di brave persone, ma non più di calciofili. Dal 1920 abbiamo sempre avuto generazioni di fuoriclasse, una sostituiva l’altra, dai tempi di Baloncieri, Meazza, passando per Piola e arrivando a Rivera e Mazzola sostituite dalle generazione di Baggio e di Mancini. Poi arrivati a Totti e Del Piero ci siamo fermati. È cambiato qualcosa nel nostro modo di essere: il calcio è un gioco e un gioco viene fuori cosi come la società lo esprime e mentre prima eravamo un equilibrio tra il calcio sudamericano e il calcio nordeuropeo ora siamo diventati solo e molto più Europei. Siamo altre persone, meno orgogliose, meno cattive e queste altre persone giocano un calcio più scadente. Siamo  quelle persone che non hanno portato un finalista ai Mondiali di Atletica. Addirittura le previsioni del Coni su quante medaglie potrà conquistare l’Italia è il più basso della storia dei Mondiali. Che la società stia cambiando e che ci stia rimettendo lo sport in genere e il calcio in particolare? La realtà è che giochiamo uno sport peggiore. Siamo il riflesso di un'Italia o anche di un'Europa senza stimoli? Intando sabato prossimo si giocherà Frosinone-Roma e in campo ci saranno 105 milioni di differenza... Ma questo è tutto un altro discorso. O forse no. Forse il calcio è proprio lo specchio della società. Susanna Marcellini

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