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Andrea Agnelli e la Juventus ridiventata interessante

Andrea Agnelli e la Juventus ridiventata interessante

Redazione

08.09.2015 ( Aggiornata il 08.09.2015 09:24 )

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Le due anime della Juventus sono riuscite nei decenni a resistere a tutto, anche alle morti dei corpi di Gianni e Umberto e ai mutamenti della società, per questo ancora nel 2015 siamo ridotti a parlare del pendolo gestionale del club che sembra stia tornando a battere dalla parte di John Elkann, dopo cinque anni di eccellente gestione (e risultati sportivi) da parte di Andrea Agnelli. Il pretesto per parlarne viene da vicende private, ben note a chi si informa sul web e ignote invece a chi si affida a grandi giornali e televisioni: non ne parleremo, così come non parliamo della patente di Balotelli o dei tweet di Wanda Nara (temi che invece i grandi media affrontano da diverse angolazioni). Il discorso calcistico è decisamente più interessante, perché da dopo la finale Champions di Berlino il presidente della Juventus è sembrato più distaccato, sia nei confronti del mercato che in quelli della politica sportiva, fatta eccezione per qualche battuta (tipo quella su Mister Bee, argomento che del resto si presta all'umorismo). Ma al di là del fatto che il mercato lo fa Marotta, che dopo essersi impantanato nell'operazione Draxler ha comunque consegnato ad Allegri un'altra squadra da scudetto, non è banale chiedersi chi davvero comandi alla Juventus e soprattutto chi comanderà. La situazione è formalmente chiara: la Juventus, società quotata in borsa, è controllata dalla Exor (con il 63,77%), a sua volta quotata in borsa, che fra le mille partecipazioni ha anche la quota di maggioranza relativa di FCA (cioè la società nata dalla fusione Fiat-Chrysler, che contiene anche il supergioiello Ferrari). Tutti sanno chi controlla la Exor, cioè gli Agnelli, ma è interessante anche vedere come. Gli azionisti di Exor sono tanti, anche piccolissimi, ma la quota di maggioranza assoluta è detenuta dalla Giovanni Agnelli & C. s.a.p.az. In questa società, fortemente voluta dal fu Avvocato per evitare che il proliferare di parenti e nipoti distruggesse l'azienda (e anche per altri motivi, ben spiegati da Gigi Moncalvo nel suo libro inchiesta 'Agnelli segreti'), ci sono praticamente tutti gli Agnelli, Elkann, Nasi, Rattazzi, eccetera, che vi vengano in mente, ma la maggioranza relativa è nettamente quella del ramo dell'Avvocato (con il triplo delle quote rispetto al ramo di Umberto), senza contare che la struttura dell'accomandita permette di separare proprietà e gestione a prescindere dalle quote detenute. Per sicurezza, o per altro, Gianni Agnelli aveva blindato il controllo della Giovanni Agnelli & C. in una ulteriore società chiamata Dicembre e sul cui controllo ci sono diverse teorie: il risultato è che John Elkann è l'espressione visibile della catena di comando (dove un ruolo di primissimo piano ce l'ha tuttora l'ultranovantenne Gianluigi Gabetti) di un gruppo finanziario che è il primo gruppo italiano per fatturato. In altre parole. tornando al nostro orticello: non è che per la Juventus ci sia una lotta in corso fra il ramo Elkann e il ramo Agnelli, è semplicemente che Andrea Agnelli è presidente della Juventus per concessione del cugino (semplifichiamo), che dopo gli anni post-Calciopoli targati Blanc si era defilato. Sotto la presidenza di Andrea sono accadute tante cose importanti, oltre ai quattro scudetti consecutivi: l'inizio dell'era dello stadio proprietà (bisogna però ricordare che demolizione del Delle Alpi, concessione del Comune e inizio della costruzione dello Stadium sono avvenute negli anni Elkann-Blanc), un quasi equilibrio finanziario pur rimanendo ad alto livello, l'innesco di un circolo virtuoso che ha messo gli altri grandi club sempre nelle condizioni di inseguire. Il modello Bayern è ancora lontano, anche perché non possiamo purtroppo importare la Germania, ma non lontanissimo. E adesso che la società è tornata ad essere un gioiello finanziario c'è chi magari vorrebbe tornare a metterci i suoi uomini, con il pretesto della 'stanchezza' dell'attuale dirigenza e di uno scudetto non vinto. Twitter @StefanoOlivari

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