De Rossi, niente paura: è la seconda espulsione in più di 100 partite

Potremmo parlare della qualità delle espulsioni di De Rossi, un po' meno della quantità. Il centrocampista della Roma, nella risicata vittoria contro la Bulgaria, ha ricevuto il secondo rosso in carriera con la maglia della Nazionale. Il primo, lo ricordiamo tutti, avvenne durante il Mondiale del 2006 in occasione della deplorevole gomitata allo statunitense McBride. Raggiunti Antognoni e Causio nella storica lista azzurra (vecchia più di 100 anni) dei più cattivi. 101 presenze e 2 rossi, uno ogni cinquanta partite. Dov'è il cuore del problema? Non si sta certo parlando di un santo - Mauri, Srna e Icardi ne sanno qualcosa - e tralasciando la condotta violenta, concentrandoci sulle statistiche, appare un pochino fuorviante puntare il dito contro l'atteggiamento di un giocatore che ha lasciato l'Italia in dieci solamente due volte, magari mettendo in mezzo per l'ennesima volta il fatto che sia il più pagato della Serie A (6,5 milioni d'ingaggio). Sì, è un discorso che ci può stare, ma soltanto se andiamo ad analizzare ogni singolo episodio. De Rossi ha 32 anni e in campionato ha disputato 366 partite e "guadagnato" 8 rossi. Verratti (prendiamo il nostro elemento più talentuoso) di anni ne ha quasi 23, di presenze (tra Pescara in B e Psg in Ligue 1) 149 e di cartellini rossi 4, la metà del romanista. Giusto condannare il gesto, sbagliato fossilizzarsi sulle statistiche di uno dei pochi uomini spogliatoio rimasti all'interno della Nazionale. Non è nemmeno entrato nella top 20 dei calciatori di Serie A con più espulsioni. Al volante c'è Montero con 16, seguono il CT dell'Under 21 Di Biagio, Falcone e il nuovo acquisto del Chievo Pinzi con 12. E se non ci rimane che protrarre questo vizietto perché non c'è altro da dire, cominciamo ad apparecchiare la tavola e a gustarci della sana frutta. @damorirne