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Milan, non escludo il ritorno: ma spesso è un flop

Milan, non escludo il ritorno: ma spesso è un flop

Redazione

25.08.2015 ( Aggiornata il 25.08.2015 08:00 )

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Com'era ampiamente prevedibile, la polemica è partita prima ancora di vederlo nuovamente a Milano. I tifosi non vogliono Super Mario e lo hanno manifestato apertamente su Twitter, lanciando l'hashtag #NoBalotelli. Cavalcano l'onda di disappunto anche le parole della politica, che arrivano via Matteo Salvini a mezzo tastiera: «C'è bisogno di umiltà, spirito di sacrificio, generosità. Caro Mario, da milanista rimani dove sei». L'attaccante tornerà in rossonero dopo una sola stagione, quella di Liverpool, peraltro vissuta malissimo e sempre ai margini. Ma la gioiosa corda dell'arrivederci, nel caso della società di Berlusconi, non si è rivelata benigna se andiamo a guardare le operazioni nostalgia degli ultimi anni. A partire dal Kakà post Real Madrid, cugino di 7°grado di quello del Pallone d'Oro. Anche se, tralasciando la precaria condizione fisica, c'è da dire che è stato uno dei più positivi - proprio insieme a Balotelli - di quell'annata milanista, tragicamente vissuta con il cambio di tre allenatori, da Allegri a Seedorf passando per il Caronte Tassotti. Cancelliamo dalla testa anche l'Andriy Shevchenko sgonfiato dalla cura Mourinho: 12 mesi passati più in panchina che in campo, con il triste 76 sulle spalle perché il 7 era proprietà del compianto Alexandre Pato e neanche un misero gol in Serie A. Succede a tutti, anche ai più grandi. Dalla lista non è escluso Ruud Gullit, del quale ricordiamo tutti la stupenda carriera in rossonero, magari un po' meno il ritorno alla Scala dopo la parentesi alla Sampdoria. Minuti contati in campionato, incomprensioni con Fabio Capello e valigia pronta, ancora una volta per Genova. E cosa dire, invece, di quei due che sono rientrati nel Belpaese dopo un viaggio intercontinentale? Donadoni e Leonardo. Il primo dai MetroStars di New York, il secondo dal San Paolo e dal Flamengo. Per l'italiano due anni da rincalzo ma con la gioia dello scudetto, per il brasiliano una manciata di mesi e una sola presenza in A. E mentre Galliani se la spassava in Versilia, in un pomeriggio di fine settembre 2001, sbarcava, terminato l'esilio francese, Marco Simone, richiamato a gran voce dal Condor. Arrivava in prestito e sapeva di essere un rincalzo. La stessa situazione del Balo. @damorirne

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