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Lo spreco di Capello

Lo spreco di Capello

Redazione

14.07.2015 ( Aggiornata il 14.07.2015 11:29 )

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Fabio Capello a fare il commissario tecnico si divertiva, essendo uomo dai tanti interessi culturali ed avendo la forma mentale del manager più che dell'allenatore da campo: questo nonostante sia stato un ottimo calciatore e come tecnico sia partito da una lunga gavetta delle giovanili e da una breve sostituzione di Liedholm, prima che Berlusconi lo inventasse dirigente della polisportiva Milan e poi successore di Sacchi. Il problema è che durante le sue gestioni, le federazioni inglese e russa si sono divertite di meno, non soltanto per i risultati e il gioco scadenti, ma per quell'atteggiamento di fondo di chi ha lavorato con grandi campioni e in fondo pensa di non poter raggiungere grandi traguardi con l'Heskey o il Fayzulin, per citare due giocatori in cui Capello ha creduto molto (per la convocazione di Heskey al Mondiale sudafricano fu quasi linciato dalla stampa inglese), della situazione. Adesso dopo mesi di mancati pagamenti la Russia ha saldato quasi totalmente il suo debito e si è sentita libera di salutare il sessantanovenne Capello, evidentemente con una megabuonuscita visto che al netto delle tasse fino al 2018 ci sarebbe stato da corrispondergli almeno 20 milioni di euro. Il mondo è grande e magari Capello avrà un'altra buona offerta, che però alla sua età gli può spostare il giusto. Tutti conoscono il valore sportivo di Capello e anche la nettezza delle suo opinioni, con una libertà intellettuale che pochi nel mondo del calcio hanno, ma in questo momento della sua carriera ci sentiamo di dire che con lui il calcio italiano abbia sprecato una risorsa pazzesca. Un uomo di calcio, nel senso migliore dell'espressione, un duro, uno che non cerca scuse, una persona che parla più lingue e sa trattare con interlocutori di livello diverso, un organizzatore, un eccellente comunicatore (migliore voce tecnica della storia della televisione italiana, per distacco nei confronti degli abatini delle 'coperture preventive' e degli ignoranti che vivono nel loro passato), uno che non ha paura di sembrare politicamente scorretto: Fabio Capello sarebbe stato un fantastico dirigente della Lega o della FIGC, se soltanto ci fosse stato e ci fosse l'interesse a mettere persone competenti ai vertici di queste organizzazioni. Una volta finita la sua esperienza con la Juventus i tempi sarebbero stati maturi, ma nel corso degli anni si era attirato troppe antipatie (esempio: non potrà mai tornare al Milan, almeno fino a quando Galliani avrà vita), anche dove ha vinto tanto (e nei club ha vinto sempre) per poter essere un candidato credibile. Intendiamoci: Capello non è un romantico vittima del sistema, ma semplicemente uno che mal si adatta a fare il burattino. Ci fosse qualche presidente illuminato, gli darebbe domani mattina le chiavi in mano. Twitter @StefanoOlivari

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