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Serie A a 18 squadre: una riforma perennemente rinviata

Serie A a 18 squadre: una riforma perennemente rinviata

Redazione

23.06.2015 ( Aggiornata il 23.06.2015 10:00 )

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Serie A a diciotto squadre? No, grazie. Ancora una volta la tanto bramata riforma della Serie A è sfumata, e almeno per il momento, il massimo campionato italiano continuerà a contare venti squadre ai nastri di partenza. Niente di scandaloso, è lo stesso format utilizzato in Inghilterra e Spagna, ma ad ogni modo, una potatura pare necessaria, e dopo averla tanto sbandierata negli ultimi tempi, persino imminente. Era una battaglia che aveva abbracciato il presidente federale Tavecchio, che puntava alle diciotto compagini a partire dalla stagione 2016-17 tanto da averne fatto uno dei capisaldi del proprio programma. Non sarà così. Le squadre piccole hanno bloccato la riforma, terrorizzate da una possibile retrocessione (annessa a una più difficile risalita) e da un abbassamento pauroso dei ricavi. Tra l’altro, la A a diciotto secondo il programma di Tavecchio avrebbe abbassato a due le retrocessioni, un contentino che avrebbe potuto far gola appunto alle società meno quotate. La formula ideale per tenere vivo l’interesse fino a fine stagione sarebbe comunque quella di una A a diciotto squadre (o addirittura a sedici, per evitare turni infrasettimanali e magari garantire più spazio alla vituperata Coppa Italia) con tre retrocessioni. Capita spesso infatti che l’ultima della classifica resti talmente indietro da arrendersi con largo anticipo (pensiamo al Parma quest’anno, ma anche al Livorno nel 2014, al Pescara nel 2013, al Cesena nel 2012, al Bari nel 2011. Tutte ampiamente destinate alla B con largo anticipo): in quel caso rimarrebbe una sola retrocessione da sancire e ci sarebbe sicuramente meno bagarre. Non è detta che così facendo si riducano le gare inutili, dunque. Ma sono tutti discorsi ormai campati per aria, perché la Lega ha deciso di mantenere questa formula, introdotta nel 2004-05 non per una precisa volontà ma solo come conseguenza del caso-Catania, uno dei tanti e abituali papocchi estivi del nostro calcio.

 Giovanni Del Bianco

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