Giornale di critica e di politica sportiva fondato nel 1912

La sciagura del Carpi in serie A

La sciagura del Carpi in serie A

Redazione

30.04.2015 ( Aggiornata il 30.04.2015 11:13 )

  • Link copiato

La straordinaria impresa del Carpi ci ricorda una volta di più che il calcio, per come lo interpretiamo in Italia, è molto di più che intrattenimento e spettacolo. Anche perché spesso è modestissimo sia come intrattenimento che come spettacolo, a livelli di fatturato ben più alti di quelli della società emiliana. È prima di tutto una grande storia di sport, perché la squadra in sole 6 stagioni ha ottenuto 4 promozioni senza dover dire grazie a nessuno se non a realtà imprenditoriali tutte del territorio, un territorio che in Italia è all'avanguardia per tessile e abbigliamento. Il paragone con il Sassuolo è un po' forzato, al di là del numero di abitanti delle città (70mila Carpi e 40mila Sassuolo) e della comune emilianità, perché Squinzi ha da un'altra cilindrata rispetto al pur solido ed in espansione Bonacini ed è in ogni caso un imprenditore con ambizioni molto più alte della permanenza nella massima serie che si prefigge invece il Carpi. Dal punto di vista televisivo questa promozione non è una sciagura, con buona pace di Lotito, perché i contratti fino al 2018 sono già stati firmati e Carpi-Juventus interessa all'estero quanto Bologna-Juventus o Sampdoria-Juventus, forse anche quanto Lazio-Juventus. Senza contare poi che gli introiti da stadio contano per quasi tutti meno del 10% sul fatturato... Non si può negare che un problema stadio ci sia, ma nel paese delle deroghe (perché si possa giocare a Carpi corrono almeno 6mila posti in più) non capiamo quale sia il problema nel giocare a Modena o al limite a Parma. Non sarà un problema nemmeno il budget perché, come ha insegnato paradossalmente proprio Lotito quando la la Lazio aveva meno ambizioni di oggi, il tumore dei bilanci sono gli ingaggi non dei campioni ma dei giocatori di medio cabotaggio in A, giocatori che tecnicamente valgono come quelli migliori di B. Sicuri che Di Gaudio e Mbakogu non potrebbero migliorare il Milan attuale? Insomma, il budget di 5 milioni che ha portato alla promozione, integrato dalle nuove prospettive televisive, porterà in ogni caso alla formazione di una rosa dignitosa. Può essere utile ricordare che il Carpi attuale nasce da un fallimento e che la sua lunga marcia verso la serie A è partita dall'Eccellenza nel 2002 e promozione dopo promozione è arrivata alla B la scorsa estate e alla A adesso, sempre basandosi su forze imprenditoriali locali e non su riciclatori di denaro esotici. Non è una ricetta esportabile ovunque, in Italia, perché non tutte le zone hanno la cultura emiliana del fare senza lamentarsi, ma è comunque una grande lezione. Alla futuribile superlega europea non verranno invitate espressioni di grandi città come Fiorentina o Palermo, assurdo quindi prendersela con il Carpi e con la sua immagine di altri tempi, ben sintetizzata da quella di Castori: migliore nelle promozioni che nelle pubbliche relazioni o, strano dirlo a Carpi, nell'abbigliamento. Twitter @StefanoOlivari

Condividi

  • Link copiato

Commenti

Leggi Guerin Sportivo
su tutti i tuoi dispositivi