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Era Messina

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Cosa c'è dietro le clamorose dimissioni dalla guida dell'Olimpia Milano di uno degli allenatori italiani più vincenti...

3 ore fa

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Un esonero mascherato da dimissioni ha chiuso la storia da allenatore di Ettore Messina con l’Olimpia Milano, dopo sei anni e mezzo pieni di vittorie italiane, per quanto scontate, e di delusioni europee inaccettabili in rapporto al budget messogli a disposzione da Armani. Il sessantaseienne Messina dovrebbe rimanere come dirigente fino al prossimo giugno, come consigliere del presidente Dell’Orco, ma non sarebbe una sorpresa la chiusura anticipata anche di questo rapporto. Così come anticipata è stata la transizione tecnica, con Peppe Poeta promosso capoallenatore mettendo fine a una situazione strana, diventata insostenibile dopo le vittorie con ASVEL e Olympiacos (quegli abbracci a fine partita...) con Poeta in panchina (e Messina a casa con l’influenza) e le recenti sconfitte che hanno portato l’EA7 al sesto posto in campionato e all’ennesima Eurolega con playoff a rischio.

Come ha scritto Messina nella sua lettera di addio, il problema era anche che fosse diventato troppo divisivo: metà dei tifosi, a stare bassi, non lo sopportava più, e anche i suoi estimatori ammettevano che tante scelte come dirigente e come allenatore sono state sbagliate, al di là della gestione delle partite. In generale raramente ha creato squadre coese, con un'anima, anche se poi i tanti campioni (campioni in rapporto alla Serie A), anche quelli che lo detestavano, hanno spesso vinto da soli, sommando i valori individuali. La scelta di affiancargli Poeta, cioè l'allenatore vicecampione d'Italia con Brescia, ben prima della morte di Armani, era stata un chiaro invito a farsi da parte, almeno come allenatore, e la situazione è precipitata in maniera improvvisa, nonostante le attenuanti per i risultati stagionali: paradossalmente questa è l’Olimpia di Messina sulla carta costruita meglio dopo quella che nel 2021 andò a un passo dalla finale di Eurolega, la squadra del Chacho Rodriguez, di Datome, di Punter, eccetera, anche di Shields e LeDay.

Inutile fare dietrologie sulle dimissioni, che diverse volte (e non solo in questa stagione) è stato sul punto di dare. Il Messina dirigente ha sottoperformato in Italia e in Eurolega, ribaltando da una stagione all’altra squadre che aveva costruito lui stesso, venendo raramente criticato dai media della parrocchietta e quindi ritenendosi intoccabile da Armani. Con il roster dell’Olimpia di Messina i 3 scudetti, le 2 Coppe Italia e le 3 Supercoppe li avrebbe vinti qualunque allenatore vero e adesso questo tipo di pressione passa sulle spalle di Poeta, che parte dal gradimento dei giocatori (anche degli italiani, utilizzati da Messina con logiche spesso inspiegabili) e del pubblico, da un contratto fino al 2028 e da un’aura da predestinato che è sempre un bonus importante.

Quale futuro per Messina? Al di là di questo amaro finale con l’Olimpia vale ogni tipo di voce, da uomo forte della teorica franchigia romana della teorica NBA Europe ad un rientro in federazione a poche settimane dalle sue dimissioni da direttore del Settore Tecnico, ma come allenatore per così dire ‘puro’ il suo declino parte da lontano, dal lungo assistentato NBA con l’intermezzo disastroso del ritorno in Nazionale e l'entrata in modalità santone. Certo Dell'Orco loha messo in condizioni di salutare e con latra tempistica degli eventi adesso l'EA7 sarebbe probabilmente guidata da Gherardini. Ettore Messina rimane comunque uno dei tecnici italiani più vincenti e rispettati a livello internazionale, uno che pur con un palmares inferiore è paragonabile a Obradovic: di sicuro la sua uscita di scena non può essere questa.

stefano@indiscreto.net

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