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Procida e gli altri

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I giovani italiani all'estero, il caso Sarr e l'Europa versione Dubai 

28 luglio

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La clamorosa firma di Gabriele Procida per il Real Madrid allenato da Sergio Scariolo arriva in un momento in cui la pallacanestro italiana sembra piena di talenti, con gran parte di loro, da Fontecchio in giù, che la prossima stagione giocherà fuori dall’Italia. Procida lo fa da tre anni, da quando andò all’Alba Berlino, club lasciato anche da Spagnolo che andrà al Baskonia. Suigo emigrerà da questa estate quando raggiungerà il Mega Basket di Belgrado per il suo anno di transizione pre USA, Sarr dopo il Barcellona andrà a fare il college nientemeno che a Duke, e anche Maikcol Perez, Lonati e Andrew Osasuyi. saranno nella NCAA, il primo a Baylor e gli altri due a St. Bonaventure, mentre Garavaglia andrà in Germania, nell’Ulm. Ricordando Niang scelto al draft e tutto il resto viene da dire che i pagnistei sulla mancanza di talento in Italia sono ingiustificati, anche se gli ultimi 20 anni di Nazionale raccontano un'altra storia: qualche impresa eroica, su tutte il preolimpico di Belgrado 2021, e giocatori di alto livello contati. In altre parole, dai 18 ai 22 anni c'è non il mare, ma l'oceano. Detto fra noi, la nuova NCAA pagante farà il lavoro che per questa fascia di età la FIP di Petrucci non ha mai fatto.

Gli italiani all'estero hanno anche una controindicazione, ovviamente, e cioè che la loro squadra o college fa ogni tipo di pressione perché i giocatori da lei pagati dedichino l'estate al miglioramento tecnico e non alle rispettive nazionali, al di là del fatto che spesso le nazionali facciano fare un salto di qualità a quasi tutti. Il caso di Dame Sarr è da manuale: convocato da Pozzecco per il raduno di Folgaria, è stato autorizzato a rinunciare nonostante le ottime probabilità di entrare nei dodici per l'Europeo. Detto che Sarr è un purissimo prodotto del basket italiano, essendo cresciuto fra Oderzo (dove è nato) e Bassano, a Pozzecco e alla FIP non è rimasto che fare buon viso a cattivo gioco. A questo punto l'appassionato generalista potrebbe legittimamente chiedersi: ma se a Sarr, che è italiano, non importa niente della Nazionale (gliene è importato finché è stata una vetrina), perché della maglia azzurra dovrebbe importare qualcosa a DiVincenzo che è americano?

L’Eurolega a 20 squadre ha permesso l’entrata fra le elette della Dubai in cui gioca Awudu Abass, club che sta facendo un mercato molto buono (Petrusev il colpo più recente) ma non clamoroso, per tenere un profilo medio, e che sulla carta è già da playoff. Dopo le Final Four ad Abu Dhabi un’altra svendita dell’idea originaria dell’Eurolega, vista l’artificiosità del progetto Dubai, squadra fuori sede (gioca in Lega Adriatica) senza pubblico e senza senso, se non per i soliti discorsi sul soft power. Senza contare il dettaglio che Dubai non sia in Europa. Se questa è la concorrenza, a NBA Europe bastano davvero Real Madrid, Barcellona, qualche capitale europea che si inventi una squadra e qualche brand calcistico tipo il Manchester City. 

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