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Serbia v Italy: Group I - FIBA Basketball World Cup

MANILA, PHILIPPINES - SEPTEMBER 01: Simone Fontecchio #13 of Italy dunks the ball during the FIBA Basketball World Cup 2nd Round Group I game between Serbia and Italy at Araneta Coliseum on September 01, 2023 in Manila, Philippines. (Photo by Ezra Acayan/Getty Images)© Getty Images

L'anno di Fontecchio

I vecchi della nuova NBA, la ripartenza dei Pistons, Rowan allenatore e Mannion a Milano

21 ottobre

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La stagione NBA 2024/25 sta per iniziare, con le grandi stelle sempre più vecchie (Curry e Durant 36 anni, LeBron James quasi 40) e il più giovane fra gli MVP in attività, Nikola Jokic, che compirà 30 anni a febbraio. Questo non significa che la NBA sia finita, visto che i leader delle ultime due finaliste, cioè Tatum e Doncic, sono più giovani, e che Wembanyama dopo le Olimpiadi sembra avere uno status nuovo, ma certo una lega da sempre basata su giocatori iconici, oltre che statunitensi, è diventata qualcosa che ormai viene percepita dallo sportivo generalista come un tutt’uno indifferenziato, una gigantesca operazione di marketing con anche connotazioni politiche che a metà degli elettori non piacciono. Non aiuta il fatto che dal draft non siano arrivate stelle sicure, ma soltanto grandi prospetti e comunque personaggi che mediaticamente valgono zero: una carriera NCAA decente serviva anche all’immagine, al di là dell’aspetto sportivo. Detto questo, siccome 20 squadre su 30 giocano per finta, le previsioni sono abbastanza scontate. A Ovest il meglio sono gli Oklahoma City Thunder di Shai Gilgeous-Alexander, oltre ovviamente ai Mavs di Doncic, mentre a Est soltanto i Cavs dovrebbero riuscire a vedere almeno la targa dei Celtics campioni.

Facile anche il pronostico per la stagione NBA degli italiani, visto che al momento ce n’è soltanto uno e che per avere il diciassettesimo anno nella lega di Danilo Gallinari non c’è la coda, né lui smania per tornare in Europa. Simone Fontecchio, quindi, che a 29 anni e con un contratto importante ma non importantissimo (i quasi 8 milioni di dollari lordi a stagione ne fanno il nono della squadra) si gioca uno spazio nei Detroit Pistons ora gestiti da Trajan Langdon che nel suo ruolo, visto che nella NBA Fontecchio è considerato come ala piccola e basta, sono affollatissimi. Squadra dall’attitudine e dalle prospettive perdenti, legata, ci viene da dire incatenata, al contrattone di Cade Cunningham e alla voglia di buoni veterani come Tobias Harris e Tim Hardaway jr o di talenti incompiuti come Malik Beasley. In panchina J.B. Bickerstaff non potrà fare peggio di Monty Williams: a Cleveland, con i consigli del più famoso padre, Bernie, ha fatto bene, e passa per un allenatore da progetto, qualsiasi cosa voglia dire, focalizzato sulla difesa più della media dei colleghi. Di base sarebbe un buon allenatore per un europeo, ma è più che possibile che Fontecchio venga scambiato a stagione in corso.

La Estra Pistoia è una delle situazioni più interessanti della Serie A, non soltanto per la chimica da trovare fra tanti talenti (su tutti Christon) ma anche perché tutti sono curiosi di come gli investitori americani che hanno come frontman il grande ex Ron Rowan pensino di guadagnarci. Intanto Rowan, oltre che per avere ingaggiato a Pistoia il figlio Maverick, ha fatto notizia perché contro Venezia ha di fatto preso il posto dell’ammalato Dante Calabria: nei time out era chiaro che l’allenatore lo facesse lui e non il vice Giuseppe Valerio. Scontata la reazione stizzita dell’associazione allenatori per un caso che a qualcuno ha ricordato Gerasimenko-Cantù ma che in realtà non sembra peggiore di tanti altri in cui si sono giusto salvate le apparenze.

Mentre scriviamo queste righe Nico Mannion non è ancora passato all'Olimpia Milano, ma l'operazione sembra bene avviata. E già il solo fatto che sia avviata certifica il fallimento di Luis Scola a Varese, al netto di un budget limitatissimo, poco più di un milione di euro per gli ingaggi dei giocatori, per più di un terzo usato per lo stipendio di Mannion, intorno al quale era stata costruita una squadra da battaglia con il pallone sempre in mano all'azzurro e qualche buon americano ad accendersi, più italiani (a parte Alviti) di contorno. Idea tecnica giusta, per chi punta alla salvezza, ma scelte dei singoli sbagliate e non ci riferiamo a Mannion. Gli errori poi possono farli anche monumenti di questo sport come Scola, ma certo è che non può esserci competizione fra squadre i cui ingaggi tutti insieme sono simili a quello del dodicesimo di altre. 

stefano@indiscreto.net

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