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Pozzecco 30 senza lode© Getty Images

Pozzecco 30 senza lode

I convocati azzurri per l'estate, da cui usciranno i 12 che in Portorico, senza Fontecchio, dovranno conquistare la qualificazione olimpica: c'è Gallinari ma non Belinelli, mentre anni di discussioni sui passaportati hanno portato al nulla

4 giugno

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Le convocazioni di Pozzecco per l’estate azzurra hanno sorpreso molti, anche se fra i 30 chiamati i nomi dei 12 che andranno in Portorico a giocarsi una difficilissima qualificazione olimpica sono abbastanza chiari, tolti due o tre elementi in fondo alla panchina. Andiamo subito con i titoli: c’è Gallinari, non ci sono Belinelli e Hackett, non c’è nessuno dei tanti passaportati di grande nome vicini (Darius Thompson) e lontani, anche perché senza passaporto italiano e/o desiderio di giocare per l’Italia, da DiVincenzo a Eubanks, passando per Clingan. Viene il dubbio che siano mai stati contattati… Poi va detto che Pozzecco non è mai stato a favore di questa campagna acquisti, a meno che non riguardi giocatori che davvero abbiano qualche legame con l'Italia (ed infatti l'operazione Banchero, poi fallita per i noti motivi, l'aveva subita). Il macigno sulla testa di questa Nazionale si conosceva già da tempo, cioè l’intervento chirurgico, unito al contratto NBA della vita, di Simone Fontecchio: non è come togliere Doncic alla Slovenia, ma dal punto di vista sportivo è lo stesso una tragedia.

Senza Fontecchio, senza gli altri infortunati Procida e Spagnolo, senza Belinelli e Hackett, senza Della Valle con cui Pozzecco ce l’ha in modo particolare, con tanti giovanissimi giusto per fargli respirare l’aria azzurra, questa la lista dei 30:  Spissu (Venezia), Mannion (Varese), Abass (Virtus Bologna), Tonut (Milano), Gallinari (Milwaukee Bucks), Melli (Milano), Flaccadori (Milano), Marangon (Cividale), Tessitori (Venezia), Ricci (Milano), Miaschi (Treviglio), Niang (Trento), Basile (Orzinuovi), Bortolani (Milano), Ferrari (Borgomanero), Faggian (Treviso), Casarin (Venezia), Caruso (Milano), Vitali (Reggio Emilia), Polonara (Virtus Bologna), Toté (Pesaro), Diouf (Rio Breogan), Poser (Torino), Severini (Tortona), Grant (Reggio Emilia), Palumbo (Cento), Woldetensae (Varese), Pajola (Virtus Bologna), Sarr (Barcellona), Petrucelli (Brescia). 

Da questo gruppo vanno tolti i giocatori di Olimpia Milano e Virtus Bologna che stanno per iniziare le finali scudetto, con 18 elementi che inizieranno a lavorare in Trentino in attesa dell’inserimento dei giocatori, per lo meno quelli scelti dal c.t. delle finaliste. Per farla breve, infortuni permettendo in Portorico andranno Spissu, Mannion, Tonut, Pajola, Abass, Polonara, Gallinari, Melli, Ricci e tre ancora da definire, che usciranno da un gruppo di nove: Flaccadori, Tessitori, Diouf, Severini, Vitali, Bortolani, Basile, Niang e Petrucelli. Con Basile e Petrucelli alternativi non certo perché hanno lo stesso ruolo ma perché passaportati. Fra i tanti giovanissimi la scommessa potrebbe essere Dame Sarr, diciottenne da due stagioni al Barcellona, ma la logica dice che si dovrebbero pescare almeno due lunghi o comunque gente, anche gregari, in grado di tirare e prendere qualche mazzata: Petrucelli-Severini-Diouf potrebbe essere la combinazione giusta ma al momento è bar, come la discissione su singoli nomi. Perché, per dire, Baldasso no e Woldetensae sì? Domanda basata su come hanno giocato in questa stagione.

Meno da bar è la riflessione sul livello medio dei giocatori italiani, per vent’anni, dal dopo argento olimpico di Atene (ultimo piazzamento nelle prime quattro di una qualsiasi manifestazione internazionale), nascosta dall’hype NBA dei vari Bargnani, Belinelli e Gallinari, da tante belle sconfitte, da imprese pazzesche come quella dell’Italia di Sacchetti al preolimpico di Belgrado, da una Serie A con quasi tutti stranieri che è scomparsa dai radar dei media generalisti ma che ai tifosi-maniaci evidentemente piace, visto che i palazzetti sono pieni come e più che negli anni Ottanta e Novanta. Anche se pochi spettatori dei suddetti palazzetti saprebbero dire, senza aprire Google, i migliori cinque della squadra avversaria. Il discorso sul livello dei giocatori italiani parte comunque da lontanissimo, mentre il preolimpico è vicino. Per superare la Lituania e andare a Parigi ci vuole un’impresa: più facile compiere questa impresa che invertire la tendenza generale in un paese sempre più di spettatori.

stefano@indiscreto.net

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