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Doppio Pozzecco© LAPRESSE

Doppio Pozzecco

L'allenatore della Nazionale ha firmato un contratto fino al 2025 con il Villeurbanne di Tony Parker ed almeno per qualche mese avrà due impegni...

Stefano Olivari

25.10.2023 ( Aggiornata il 25.10.2023 13:03 )

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Gianmarco Pozzecco scelto da Tony Parker, non è un titolo ad effetto ma è andata proprio così anche se il commissario tecnico della Nazionale era la seconda scelta del Villeurbanne dopo Gordon Herbert, fresco campione del mondo con la Germania, forse anche la terza pensando a Scariolo. Comunque sia andata, Parker dopo avere esonerato il fratello TJ ha puntato su Pozzecco che ha avuto il via libera di Petrucci (del resto lo avrebbe avuto qualche mese fa anche per il Panathinaikos) e firmato un contrattto fino al 2025, quindi un anno oltre la scadenza di quello con l’Italia. Sì, perché il non detto è che difficilmente Pozzecco andrà oltre il torneo preolimpico di inizio luglio: la qualificazione per Parigi è una missione difficilissima, considerando chi c’è in circolazione, e per il dopo c’è bisogno di un allenatore talent scout, che giri per l’Italia, più che di un Pozzecco.

Che al Villeurbanne proverà ad uscire dal suo personaggio e a dimostrare di essere un coach da Eurolega, in una squadra alla sua quinta stagione nel massimo torneo continentale e a cui Tony Parker, presidente dal 2014, vuole far fare il salto di qualità. Squadra dall’anima francese molto evidente, con De Colo e Lauvergne, ma anche Luwawu-Cabarrot, l’eterno Kahudi ed altri, qualche americano dal buon passato NBA come Frank Jackson e Mike Scott, le immancabili vecchie conoscenze italiane come Lighty e il citato Luwawu-Cabarrot, specialisti come il 2.27 Youssoupha Fall. Al di là del cattivo inizio di Eurolega, 0 vittorie su 4 partite, si tratta di una squadra che sulla carta è inferiore a quasi tutte le altre 17 partecipanti al torneo (peggio solo l’Alba Berlino, come somma del valore dei singoli) e che quindi già lottando per l’accesso ai Play-In, quindi per il decimo posto, compirebbe una grande impresa. Insomma, una situazione in cui la mano dell’allenatore può contare e anche molto.

Al cinquantunenne Pozzecco l’esperienza non manca: con i club spesso ha fatto bene (in particolare a Capo d’Orlando e Sassari) ma sempre ha avuto problemi con la dirigenza tranne quando è stato soltanto assistente come al Cedevita Zagabria con Mrsic e all’Olimpia Milano con Messina. Sarà quindi interessante il suo rapporto con Parker, che nonostante il suo enorme passato da stella degli Spurs e della Francia non ha la fama di presidente invadente, quello che in Italia con un eufemismo si definisce ‘vulcanico’. Il rapporto potrebbe funzionare e far cambiare a tutti la percezione di Pozzecco, non più il players' coach nel senso deteriore dell'espressione, ma l'allenatore-manager da Eurolega.

E l'Italia? L'allenatore part time della Nazionale da noi ha sempre funzionato poco e male, almeno nella pallacanestro. C.t. a tempo pieno erano Giancarlo Primo, Sandro Gamba (tranne il primo anno, quando guidava Torino), Valerio Bianchini, Ettore Messina nel suo primo ciclo azzurro, Bogdan Tanjevic tranne che alla fine. Il doppio incarico in senso stretto iniziò con Recalcati, il cui ruolo a Siena non gli impedì di vincere l'argento olimpico ad Atene. Disastrose invece le esperienze di questo tipo con Pianigiani ed il Messina Bis, un po' meglio quella con Sacchetti ai tempio di Cremona. Poi nessun allenatore può inventare campioni che non ci sono.

stefano@indiscreto.net

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