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Mondiali: l'Italia batte Portorico e aspetta Banchero ai quarti di finale© Getty Images

Mondiali: l'Italia batte Portorico e aspetta Banchero ai quarti di finale

Battendo Porto Rico gli azzurri di Pozzecco hanno raggiunto con enorme merito i quarti di finale del Mondiale, dove troveranno gli USA a sorpresa crollati contro la Lituania. Inutile dire chi sarà in copertina...

Stefano Olivari

03.09.2023 ( Aggiornata il 03.09.2023 18:02 )

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L’Italia e Paolo Banchero sono nei quarti di finale del Mondiale, ma non potranno andare avanti insieme perché la nazionale di Pozzecco affronterà proprio gli Stati Uniti, anche se non nel modo in cui si pensava/sperava una settimana fa. L’Italia battendo Porto Rico come da pronostico, tutt’altro che scontato viste le prove di Waters e compagni contro Sud Sudan e Repubblica Dominicana, è infatti arrivata prima nel suo girone di seconda fase contro la Serbia, mentre gli Stati Uniti di Steve Kerr sono del tutto a sorpresa arrivati secondi, perdendo l’ultima partita contro la Lituania, che a questo punto troverà la Serbia nei quarti, in un tabellone che dall’alto in basso dice Italia-USA, Germania-Lettonia, Lituania-Serbia e Slovenia-Canada. Alle grandi deluse del torneo, dopo la disastrosa Francia, si è quindi aggiunta anche la Spagna di Scariolo, uscita dopo la sconfitta con il Canada.

Ma partiamo dagli azzurri e dal loro 48 a 29. Nella marea di statistiche insulse che mettono insieme momenti delle partite troppo diversi la statistica dei rimbalzi totali di Italia-Porto Rico dice tutto delle caratteristiche tecniche e dello spirito della squadra di Pozzecco, il cui piano tattico è sempre lo stesso: pressione sui portatori di palla, sugli Waters della situazione, mandandoli su un lato e quindi difendendo di squadra in una parte più piccola di campo, prendendo anche più rimbalzi sporchi e dinamici. La controindicazione è che questa difesa scommette su percentuali di tiro basse o comunque non clamorose: dopo l’1 su 13 di Bogdanovic registriamo il 2 su 10 di Waters e soprattutto il 6 su 26 del Porto Rico, che sui ribaltamenti ha spesso trovato buonissimi tiri, sbagliandoli. Insomma, il 73 a 57 finale non dice tutto, ma fra le cose che dice c’è che l’Italia ha un’identità difensiva fortissima, mentre l’attacco vive di improvvisazione (nelle fasi in cui Porto Rico è stato a zona si è di nuovo visto) e di letture, trovando sempre una chiave diversa: in questa partita sono state le incursioni di Tonut quasi a testa bassa e la lucidità di Ricci.

Italia grande squadra, intesa come gruppo, ma sarebbe esagerato dire che tutti stiano rendendo al massimo. Polonara è lontanissimo anche dal Polonara medio, il playmaking di Spissu, ottimo tiratore ed anche rimbalzista, è modesto, i tre giovani sembrano lontani dal livello di intensità richiesto dalla competizione e non servono neppure nelle pieghe delle partite. In positivo un Fontecchio che anche quando tira male fa mille altre cose, un Melli dominatore dell’area (8 rimbalzi offensivi in 28 minuti), un Datome che al netto delle percentuali di tiro ha tempi scenici clamorosi, un Pajola che dice poco ai lettori di tabellini ma che come organizzatore di gioco è il meno peggio, un Severini chiaramente di livello tecnico più basso ma che si batte con ardore. Quanto al Pozzecco normalizzato da Petrucci, incide tantissimo sulle partite, con scelte coraggiose e rischiose (torniamo a Bogdanovic), ma si nasconde bene dietro alla sua maschera. E del resto allena l’Italia per la sua maschera, non per le idee tattiche comunque più chiare di quelle di tanti santoni.

La sua squadra è adesso nella storia, perché dai quarti del Mondiale l’Italia mancava dal 1998, quando la nazionale allenata da Tanjevic, che l’anno dopo avrebbe vinto l’oro europeo, buttò via una partita quasi vinta proprio contro gli Stati Uniti, allora allenati da Rudy Tomjanovich. Che non erano una selezione NBA, nemmeno minore e sperimentale come quella attuale messa insieme da Kerr, ma furono sufficienti per bloccare un’Italia dove Myers era il trascinatore e Pozzecco stava in fondo alla panchina per scelta non soltanto tecnica. Un’Italia per somma di individualità (Fucka, Andrea Meneghin, Galanda, Basile) leggermente superiore a quella di oggi, perse nel finale l’occasione di arrivare nelle prime quattro come era stato per la Nazionale di Primo nel 1978 (a Manila…) ma quel gruppo, senza Pozzecco, il suo momento di gloria lo avrebbe poi avuto. È passato un quarto di secolo e sembra ieri. In ogni caso quel misto di americani mestieranti in Europa (di culto David Wood, che 9 anni prima aveva fatto parte di quella Libertas Livorno andata a pochi centesimi di secondo dallo scudetto) e di universitari non è paragonabile agli USA attuali.

Ecco, veniamo agli USA attuali. Che finora ci erano onestamente piaciuti, anche per l'impegno visto che quasi nessuno di questi 12 sarà l'anno prossimo alle Olimpiadi. Per due quarti la Lituania è stata equilibratissima ed in missione, con l'asse Jokubaitis-Valanciunas intorno a cui ruotava tutto ed una difesa perfetta sui pochi lunghi utilizzati o chiamati in causa da Kerr: Banchero un po' più dei vari Portis e Kessler, ma senza fuoco ed in ogni caso con il pallone sempre divorato dalle guardie, ovviamente Edwards ma anche Brunson, con i più ispirati Bridges ed Ingram cavalcati poco. La storia di Kerr dice che non è un allenatore che usi il bilancino per i minutaggi, anzi, ma è chiaro che in nazionale e in una manifestazione poco sentita come il Mondiale deve comportarsi in maniera diversa.

Se non avessimo guardato la partita avremmo pensato ad una strategia alla Borlotti, perdere apposta per trovare non la retrocessione in B della Longobarda ma un'Italia che ha oggettivamente meno armi della Serbia: ci sta, scegliersi l'avversario quando è possibile farlo è parte dello sport. Ma in realtà Kerr pur dovendo far giocare anche quelli in cui crede meno le ha provate tutte per rientrare in partita e nel finale quasi ce la stava facendo. Poi alcune giocate lituane seguite dal dio del basket (tipo un canestro da tre del positivissimo Kuzminskas, quasi buttando a caso il pallone verso l'alto dopo che Edwards glielo aveva toccato) hanno tenuto gli Stati Uniti dietro e li hanno consegnati all'Italia. Partita impossibile? Lo sarebbe stata anche con questa Lituania, ma è chiaro che gli USA sono sempre anticipati e seguiti da un hype e da una narrazione che nessun altro può avere. Se Kerr li fa giocare in 8, invece che in 12, per gli azzurri ci sono poche speranze, nonostante la cattiva ultima impressione.

Ma fino a martedì si può sognare l'impresa. Di sicuro ci saranno 12 ragazzi di formazione italiana contro 12 di formazione americana, senza i trucchi tollerati dalla FIBA e quindi con Banchero che giustamente gioca per la sua nazionale: il maldestro tentativo di naturalizzazione, sognato da Petrucci e subìto da Pozzecco che si era trovato l'operazione già in corso, ormai fa parte del passato ed è inutile parlarne. Italia-Stati Uniti nei quarti del Mondiale, martedì alle nostre 14.40: impossibile mancare.

stefano@indiscreto.net 

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