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Il fallimento di Olimpia e Virtus

Il fallimento di Olimpia e Virtus

Il mancato accesso ai playoff di Eurolega è diventato ufficiale per entrambe le squadre italiane. Ma i budget, soprattutto quello milanese, dicevano altro...

Stefano Olivari

31.03.2023 15:08

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Dopo le sconfitte con Maccabi Tel Aviv ed Efes adesso è anche la matematica a dire che Olimpia Milano e Virtus Bologna staranno fuori dai playoff di Eurolega, quindi dalle prime 8 squadre d’Europa. Situazione peraltro chiara da settimane, se non da mesi, nonostante la recente striscia positiva della squadra di Messina ed una maggiore regolarità di quella di Scariolo, lei crollata nel finale. Chiamiamo subito le cose con il loro nome: fallimento. Che nel caso del club di Armani è un superfallimento: con quello che gli addetti ai lavori considerano (le cifre non sono ufficiali, altro che NBA) il terzo budget d’Europa ed un roster mostruoso ed errori sempre corretti a suon di soldi Messina non ha mai visto i playoff nemmeno con il binocolo. Quanto alla Virtus, sei mesi fa in pochi la davano ai playoff ma è difficile sostenere che Monaco e Partizan Belgrado, che invece ci andranno, hanno più risorse a disposizione.

La cosa fastidiosa è che quella fra le due squadre che vincerà lo scudetto, perché le differenze sono tali che in una serie qualcuno le possa battere, sosterrà anche di aver avuto una buona stagione tentando di zittire una critica che già di suo è abbastanza silenziosa, soprattutto a Milano. Il futuro è comunque più incerto a Bologna, che non ha la sicurezza della wild card per la prossima stagione mentre il contratto pluriennale di Armani scade nel 2025: difficilissimo che l’Eurolega faccia a meno di una realtà solida come quella di Zanetti, al di là di un palasport da 10.000 posti (pronto per il 2025) che hanno quasi tutti. e che viene mostrato (come progetto, peraltro) come se fosse l'ottava meraviglia del mondo Allo stato attuale la Virtus nel futuro di questa competizione non c’è, mentre l’anno scorso si era guadagnata il posto con la vittoria in Eurocup, ma a suo favore gioca il gigantismo dell’Eurolega di Bodiroga e Glickman: con il passaggio da 18 squadre a 20 sarebbe più facile soddisfare Parigi e/o Londra.

Fra tre settimane sapremo, intanto sappiamo che puoi avere roster di 18 giocatori veri, come l’Olimpia, o 16, come la Virtus, ma poi sei sempre lì a lamentarti degli infortuni (oltretutto molti muscolari, quindi colpa della preparazione) e della panchina corta, quando nell’Europa che conta le rotazioni sono molto limitate: un esempio clamoroso di pochi (relativamente) ma buoni è proprio l’Efes. In senso tecnico le due italiane di Eurolega, ma non da Eurolega, sono andate sotto a livello di lunghi, mentre le guardie a disposizione sono così tante che spesso la chimica giusta, partita per partita, è stata trovata. Sottocanestro sottovalutata l’età di Hines, sopravvalutati invece Davies e Jaiteh. Facile dire che a Milano sia mancata la personalità del Chacho Rodriguez, facile e vero anche se il problema non è mai stato la produttività della guardie. Facile dire che a Bologna sia mancato il miglior Teodosic e spesso anche soltanto Teodosic: di base, guardando l’età, ha più futuro come gruppo, anche come gruppo italiano, quello della Virtus, ma nella pallacanestro di oggi, fondata sul precariato, sono considerazioni inutili. Una brutta stagione. Poi lo scudetto a qualcuno bisogna assegnarlo.

stefano@indiscreto.net

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