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Eurobasket 2022, il trionfo di Scariolo© Getty Images

Eurobasket 2022, il trionfo di Scariolo

Guerin Basket sulla Spagna campione d'Europa, il bilancio di Berlino, il caso Brown e l'Italia che verrà. 

Stefano Olivari

18.09.2022 ( Aggiornata il 18.09.2022 22:55 )

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La Spagna di Sergio Scariolo è campione d’Europa, dopo avere battuto 88-76 in finale la favorita Francia e senza nemmeno bisogno di inventarsi le rimonte viste con Lituania, Finlandia e Germania. Doveva essere la Spagna della ricostruzione, con il solo Rudy Fernandez presente fra i grandi vecchi, ma in realtà è stata la solita Spagna di Scariolo: attacco controllato, a questo giro con la regia di Lorenzo Brown, difese mescolate con sapienza ed una dose di zona che ad alto livello si vede raramente. I fratelli Hernangomez dovevano essere l’architrave della squadra e lo sono stati, con Juancho che con i francesi ha tirato fuori un 7 su 9 da tre punti che ha spaccato la partita prima del rientro dei francesi trascinati dal talento di Heurtel e Fournier ma un po’ traditi da Yabusele e soprattutto Gobert. A questo punto Brown ha fatto ciò per cui era stato naturalizzato, regalare a Scariolo il quarto oro europeo della carriera, in mezzo a tante altre medaglie. L’allenatore della Virtus Bologna è stato in proporzione ancora più importante che in passato, questa vittoria senza i fenomeni sarà forse quella che ricorderà con maggiore piacere: la vittoria della squadra contro una somma di singoli superiore. È il più grande allenatore italiano di tutti i tempi? Incredibile che non entri mai in questa discussione. Tutti nella Spagna hanno dato il massimo, a partire da Garuba che è uno dei pochi giovani in senso stretto per arrivare alla garra di Diaz.

Che Europeo è stato? Perché fra Covid e cambiamenti del calendario per trovare una distanza uguale o superiore rispetto alla precedente edizione bisogna risalire alla Seconda Guerra Mondiale. 5 stagioni nella pallacanestro di oggi sono tantissime e quelle appena passate dicono che chi sta lavorando bene, non solo le solite Francia e Spagna, ogni tanto viene premiato: Germania e Grecia hanno tanto futuro, alla Serbia basterà non suicidarsi. Le altre, addirittura anche la Lituania, sono troppo legate a pochi salvatori della patria e a generazioni inferiori a quelle del passato. Con il solito gigantesco asterisco: l’eliminazione diretta in partite secche non dice tutto, ma dice comunque molto perché il pallone è molto più pesante rispetto alle interminabili stagioni regolari e a serie di playoff vinte quasi sempre dalle squadre più forti. Questa è pallacanestro vera, estrema. Interessante il quintetto ideale della manifestazione: Brown, Schroeder, Willy Hernangomez, Antetokounmpo e Gobert. Con dolore diciamo che segnando quei tiri liberi nel finale con la Francia in questo empireo ci sarebbe stato tranquillamente anche Daniele Fontecchio. Tutti si sono lamentati degli arbitri, dopo la folle rinuncia a quelli dell'Eurolega, ma a parte la cervellotica gestione degli antisportivi e alcuni clamorosi errori del tavolo(punti e secondi spariti e dintorni) non si è visto niente di particolarmente sporco. 

Lorenzo Brown è soltanto uno dei tanti naturalizzati delle nazionali FIBA, secondo il discutibile principio che per un giocatore su dodici c’è licenza di truffare. Lo fanno quasi tutti, intendiamoci (non l'Italia, per lo meno non nel 2022). Il trentaduenne statunitense non ha antenati spagnoli, non ha moglie spagnola, non ha mai giocato in un club spagnolo, ha come unico rapporto con la Spagna la conoscenza di Scariolo, per pochi mesi fra i suoi allenatori ai Raptors campioni NBA tre anni fa (ma Brown fu tagliato in gennaio) ed una procedura d’urgenza che a luglio lo ha trasformato in spagnolo. A fare impressione non è che la Spagna con Brown leader sia campione d'Europa, in fondo nel 2017 la Slovenia vinse la finale più grazie a Randolph che a Doncic, ma che questo tarocco sia stato fatto da un movimento che produce tantissimi giocatori, che domina qualsiasi torneo giovanile (quest'anno 9 finali su 9 manifestazioni, contanto tutto) e che è un modello per tutti, potendosi permettere in fase di ricostruzione anche un Europeo senza medaglie. Per questo le polemiche sono state più feroci in Spagna che all’estero, con Rudy Fernandez fra i più caldi nel criticare questo trucco degno di piccoli paesi. Assurdo tirare in ballo razzismo, nazionalismo o cose del genere, e anche entrare nel merito di passaporti che non si negano a nessuno: una nazionale dovrebbe schierare soltanto ragazzi formati dal suo movimento, non essendo un club. Concetto facilissimo da capire ma ignorato da chi pensa di essere più furbo.

Dopo le enormi emozioni regalate dall’ottavo di finale contro la Serbia e dal quarto contro la Francia è il caso di fare una riflessione a freddo sulla Nazionale italiana. Che con Pozzecco ha trovato un allenatore a tempo pieno ed anche un ottimo uomo immagine, sperando che davvero gli si faccia fare promozione sul territorio (qualsiasi cosa voglia dire) ad uno sport ignorato dalla RAI. Cosa serve a questa squadra per andare oltre i primi turni ad eliminazione diretta? Ricordando che come gli azzurri o anche peggio abbiano fatto Croazia, Lituania, Turchia ed anche le squadre costruite intorno ad una superstella come la Serbia di Jokic, la Grecia di Antetokounmpo e la Slovenia di Doncic. Per il Mondiale asiatico dell’anno prossimo e per l’eventuale, eventualissima, Olimpiade di Parigi, Petrucci ha una risposta sola: Paolo Banchero. Perché Gallinari starà un anno fermo e dopo chissà, perché i lunghi non si possono inventare in un anno, perché sulla primissima scelta degli Orlando Magic la FIP ha investito molto dal punto di vista delle aspettative: senz’altro è più italiano Banchero, che non ha mai messo piede in Italia e non parla una parola di italiano, di quanto Lorenzo Brown sia spagnolo, soltanto per limitarci ad un paragone di attualità. In realtà l’Italia dovrebbe sperare che cresca qualcuna delle sue guardie, ad alto livello tutte che si accendono e si spengono, specialisti con impiego da dosare, dal meraviglioso Spissu on fire ad un Pajola che fa sbavare gli allenatori (tranne Pozzecco, che però è stato umile nel cambiare idea) ma nemmeno guarda il canestro. Il taglio di Spagnolo, visto il potenziale, non è sembrato una grande idea, mentre tutti sperano che l’Alba Berlino faccia con Procida quello che la nostra Serie A non sa più fare, replicando per certi aspetti le storie di Melli, Polonara e Fontecchio. Certo un Banchero motivato farebbe la differenza, questo che si limita a like su Instagram non sappiamo. Forse è meglio non contarci troppo, forse è meglio pensare come ‘straniero’ ad una guardia. Sono state comunque tre settimane bellissime e tornare al basket di club sarà difficile, tranne che per i tifosi dei singoli club.

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