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L'Italia senza Gallinari

L'Italia senza Gallinari

Agli Europei l'infortunato giocatore dei Boston Celtics sarà sostituito da Amedeo Tessitori. Ma nella prospettiva degli Europei quella di Pozzecco rimane una buona Nazionale, da quarti di finale...

Stefano Olivari

29.08.2022 ( Aggiornata il 29.08.2022 16:43 )

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Quale Italia senza Danilo Gallinari? L'Italia di Amedeo Tessitori, richiamato dal c.t Pozzecco dopo essere stato tagliato due giorni fa, in seguito all'infortunio di Gallinari nella partita di qualificazione mondiale contro la Georgia. La lesione al menisco del ginocchio sinistro significa due mesi di stop, quindi niente Europei e niente training camp con i Boston Celtics, con cui il trentaquattrenne Gallinari aveva da poco firmato un contratto biennale, all'inseguimento di quell'anello NBA che dopo 14 stagioni nella lega avrebbe tanta voglia di conquistare.

I tanti antipatizzanti di Gallinari, definito da Pozzecco il miglior giocatore nella storia della pallacanestro italiana (senz'altro il più pagato), osservano che nel caso sarebbe il primo titolo in assoluto, visto che con l'Olimpia Milano non ne ha vinti e con la Nazionale meno che mai, nonostante abbia incrociato la generazione dei presunti fenomeni: lui, classe 1988, Bargnani (1985), Belinelli (1986), Datome (1987) e se vogliamo anche Melli (1991) e l'ormai scomparso dai radar Alessandro Gentile Gentile (1992). Certo è che Gallinari quando è stato bene ha quasi sempre risposto presente alle chiamate azzurre, che poi non abbia inciso più di tanto è un altro discorso: l'ultima medaglia in un grande torneo rimane quella d'argento delle Olimpiadi di Atene, ormai 18 anni fa.

Ma tornando al presente, è facile prevedere che agli Europei i minuti di Gallinari se li spartiranno Ricci e Polonara e che Tessitori vedrà il campo soltanto in situazioni particolarissime, comunque nelle gerarchie dietro a Biligha. Questi quindi i 12 di Pozzecco: Melli, Baldasso, Biligha, Ricci, Datome e Tonut (Olimpia Milano), Pajola e Mannion (Virtus Bologna), Spissu e Tessitori (Reyer Venezia) Polonara (Efes) e Fontecchio (Utah Jazz). Se Gallinari era indiscutibile e tutto sommato ci sta anche la sua sostituzione con Tessitori, che è tutt'altro tipo di giocatore (al di là del valore assoluto) ma è sempre piaciuto a Pozzecco, si continua ad essere perplessi per le esclusioni degli emergentissimi Spagnolo e Procida, che in una squadra da corsa come questa ci sarebbero stati.

Rimane sulla carta una buona Italia, perché nella pallacanestro di oggi non è obbligatorio giocare con un grande centro, soprattutto quando non lo hai. Una Nazionale inferiore, sempre sulla carta, ad almeno 4 altre (Serbia, Francia, Slovenia e Grecia) ma che per il resto se la gioca con le versioni attuali di Spagna, Lituania e Turchia. Quarti di finale l'obbiettivo realistico, per una squadra che ha lacune difensive e fisiche ma anche, a sensazione, una buona chimica e gerarchie chiare. Occorre lo spirito del preolimpico di Belgrado, dove peraltro la squadra di Sacchetti era per nove dodicesimi la stessa. 

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