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Il saluto della Nazionale a Petrucci

Il saluto della Nazionale a Petrucci

A pochi giorni dall'Europeo l'Italia di Pozzecco ha superato l'Ucraina in una partita per le qualificazioni mondiali, mentre il presidente federale ha annunciato il suo addio. Che è tutt'altro che una scelta...

Stefano Olivari

25.08.2022 ( Aggiornata il 25.08.2022 14:32 )

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L’Italia di Gianmarco Pozzecco non ha mai entusiasmato nelle amichevoli e non lo ha fatto nemmeno nella partita di qualificazione mondiale contro l’Ucraina, la prima ufficiale della sua gestione, raddrizzata dopo essere stati sotto di 11 punti. È una Nazionale aggrappata a Melli e Fontecchio, con un Mannion che dopo una stagione difficile, per non dire buttata, sembra quasi il Mannion di Belgrado. Certo la formula dell’ormai imminente Europeo permette di iniziare piano, sarebbe assurdo che Gallinari e Datome fossero al 100% adesso, ma questo non toglie che l’Italia abbia problemi strutturali che ovviamente non dipendevano da Sacchetti, come non dipendono da Pozzecco.

Archiviato il 97-89 di Riga e in attesa della Georgia priva dell’infortunato virtussino Shengelia, rimangono i discorsi di sempre su una squadra senza centri, cosa che nella pallacanestro di oggi ci può anche stare, ma anche con poca fisicità in difesa: situazione che nelle partite ‘vere’ e sporche da basket FIBA, quelle a eliminazione diretta, quelle per le medaglie, si paga sempre. In questo senso Tonut, Fontecchio e Melli si staccano, in positivo, dal resto del gruppo. Ed è probabile che molti minuti pesanti li giochi anche Ricci, tornato a buoni livelli. Parlando di giocatori dinamici, in ritardo è Polonara, ma al di là dei discorsi che faremo con il senno di poi è chiaro che questa squadra è appesa all’attacco, che non potrà sempre essere come nel terzo quarto (38 punti...) contro l'Ucraina, roba da squadra estiva di McGregor.

Di sicuro il Mondiale dell’anno prossimo e l’eventuale, eventualissima, partecipazione olimpica a Parigi 2024, segneranno la fine dell’era di Gianni Petrucci alla presidenza della federazione. Lo ha annunciato lui stesso, dicendo che non si ricandiderà. Forse Petrucci voleva fare una battuta, visto che per legge non si può ricandidare. Petrucci è stato segretario generale della FIP dal 1977 al 1985 e presidente in due periodi diversi (1992-1999 e poi dal 2013 ad oggi), nel mezzo è stato tante altre cose, su tutte presidente del CONI per 14 anni. Non si può dire che il declino dellla pallacanestro italiana, e non parliamo dei risultati della Nazionale comunque quasi mai buoni, sia colpa soltanto sua visto come è cambiato il mondo dal 1977 ad oggi. Certo Petrucci non è riuscito ad invertire una tendenza né a vendere bene il già scarso prodotto: la Nazionale criptata su Sky ne è un buon esempio. Sarà difficile sia fare meglio sia fare peggio. 

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