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Le svolte di Fontecchio© Getty Images

Le svolte di Fontecchio

Il ventisettenne azzurro ha firmato un contratto di due anni con gli Utah Jazz e giocherà quindi nella NBA 2022-23 come Gallinari e Banchero...

Stefano Olivari

19.07.2022 ( Aggiornata il 19.07.2022 12:26 )

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Simone Fontecchio ha da poco firmato un contratto biennale con gli Utah Jazz e quindi sarà uno dei due italiani di formazione, insieme a Danilo Gallinari fresco del passaggio ai Boston Celtics, che la prossima stagione giocheranno nella NBA. Asterisco ovviamente per Paolo Banchero, che di italiano ha un passaporto e poco altro, anche se forse (molto forse) nella prospettiva delle Olimpiadi di Parigi giocherà nella Nazionale di Pozzecco.

Ma questo è il momento di Fontecchio, che a 26 anni e mezzo arriva quindi nel campionato più importante del mondo per 6.250.000 dollari fino al 2024, quindi circa 3 milioni lordi all’anno. Guardando il roster attuale dei Jazz sarebbe il decimo giocatore come guadagni, considerazione che nella NBA non è solo una curiosità ma anche una definizione dello status all’interno della squadra. È comunque prestissimo per fare ragionamenti su una realtà con un nuovo coach, il giovanissimo (34 anni) Will Hardy, ex assistente ai Celtics ma formatosi ai margini degli Spurs di Popovich, e prospettive che portano al solito bivio: rimanere classe media (nell’ultima stagione i Jazz hanno perso al primo turno dei playoff, dove erano arrivati per la sesta volta di fila, contro i Mavericks) o disfare tutto, puntando dichiaratamente al tanking per un paio di stagioni in modo da ricostruire con scelte possibilmente fortunate e scambi?

Il secondo scenario, quello della squadra perdente, è il più favorevole all'ambientamento di Fontecchio nella NBA, perché il figlio di doppia arte (dell’ostacolista azzurro Daniele e della cestista, anche lei azzurra, Malì Pomilio) non sarà un giocatore completo ma alcune cose le sa fare benissimo: tira bene da fuori, è un grande atleta che nella NBA può difendere meglio di tanti europei più celebrati, non rifiuta le responsabilità. È chiaro che in un contesto perdente potrebbe avere da subito discrete statistiche e costruirsi una credibilità NBA, ma adesso come adesso non sappiamo se i Jazz si terranno Donovan Mitchell oppure no (pensiamo di no), quindi nella sostanza non sappiamo niente.

Sappiamo però quanto sia forte Fontecchio e quali siano state le svolte della sua carriera: la decisione di andare all’estero, a 25 anni, e la fiducia che gli ha dato Meo Sacchetti in Nazionale. Sì, perché Fontecchio non è mai stato uno fuori dai radar ma anzi nelle giovanili della Virtus Bologna veniva considerato un predestinato. In prima squadra però arrivò in un momento sbagliato della storia Virtus, quello della prima retrocessione sul campo, con Zanetti già sponsor ma non ancora proprietario. E così a 21 anni la firma con l’Olimpia Milano: un anno di scarso impiego con Repesa prima che Pianigiani lo dirottasse in prestito a Cremona, dove trovò prorio Sacchetti. Il ritorno a Milano ancora con Pianigiani, dove nelle partite vere era poco più di uno sventolatore di asciugamani, prima del passaggio a Reggio Emilia, nella stagione cancellata dal Covid.

Insomma, a 25 anni Fontecchio si è ritrovato nello scomodo ruolo di ex grande promessa anche se Sacchetti aveva già iniziato a convocarlo in Nazionale e a far crescere la sua autostima. Firma e titolo tedesco da protagonista con l’Alba Berlino allenato da Aito, poi dopo la meravigliosa estate 2021, con l’impresa nel preolimpico di Belgrado compiuta contro la Serbia (e contro... Petrucci) e l’ottima Olimpiade di Tokyo, il passaggio al Baskonia di Spahija e il consolidamento della fama internazionale. Adesso la NBA, dove è possibile che l’arrivo a fari spenti giochi a suo favore: fra i tanti international player che negli anni sono arrivati lì lui è uno di quelli con l’atletismo più simile a quello dei grandi. Il resto si vedrà, così come la collocazione tattica (oggi ala piccola vuol dire tutto e niente), ma la sua grande occasione Fontecchio la meritava davvero. E pazienza se la pallacanestro italiana, con l’eccezione di Sacchetti, non lo ha mai capito.

Intanto la Serie A, senza Fontecchio e in ogni caso con pochi italiani riconoscibili al di fuori dell'orticello del basket, ha annunciato la sua, di svolta: non un progetto per dare un'identità e un senso a ciò che si vede in campo, ma un nuovo contratto televisivo. Dal prossimo campionato tutte le partite saranno visibili non più su Eurosport-Discovery+, con la finestra in chiaro RAI, ma in streaming su Eleven Sports, che ha offerto una cifra vicina ai 10 milioni di euro per tutto il triennio. Magari qualche partita si vedrà anche sulla televisione tradizionale, al momento non si sa. Certo, ricordando anche la Nazionale 'venduta' a Sky, è impossibile che un bambino italiano si imbatta per caso nel basket in televisione.

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